Storto

Storto (Ponte, Calle del Ponte) a S. Apollinare. Alcuni ponti di Venezia sono così denominati per la conformazione che avevano, oppure hanno tuttora. Il Ponte Storto a S. Apollinare, prima dell’interramento del Rio della Scoazzera, avvenuto negli anni 1844-1845, intestavasi ad altro ponte, il quale metteva nel vestibolo d’un palazzo lombardesco, ai N. A. 1279-1280, antica proprietà Molin, ed abitazione un tempo d’un ramo della patrizia famiglia Cappello. Qui nacque la celebre Bianca da Bartolammeo Cappello e da Pellegrina Morosini nel 1548. Mortale la madre, ed invaghitasi di Pietro, figlio di Zenobio Bonaventuri, fiorentino, giovane che in Venezia teneva le ragioni del banco dei signori Salviati di Firenze, che le stava di faccia di casa, e che, per quanto dicesi, le aveva dato da intendere di essere uno dei Salviati, fuggì seco lui dalla casa paterna nella notte 28, venendo il 29, novembre del 1563, dirigendosi a Firenze. Colà i due amanti divennero marito e moglie, e ben presto ebbero una figlia per nome Pellegrina. Frattanto la fuga di Bianca fece grande rumore in Venezia, e gli Avogadori di Comune emanarono bando capitale contro l’assente Pietro Bonaventuri e complici; bandita, per quanto vogliono alcuni, fu la stessa Bianca, e Bartolammeo Cappello, di lei padre, aggiunse de’ propri danari un premio a quello che dagli Avogadori era stato decretato a favore di chi, o vivo o morto, desse nelle mani della giustizia il seduttore. Bianca in Firenze non tardò a dar nell’occhio a Francesco dei Medici, figlio di Cosimo Granduca, reggente della Toscana, ed a divenirne amica. Pietro Bonaventuri, dall’altra parte, incominciò a frequentare Cassandra Bongiovanni, nata Ricci, il che occasionò la morte di Pietro e di Cassandra per opera della famiglia Ricci, desiderosa di vendicarsi dell’onta. Rimasta vedova, Bianca venne nel 1578 presa in moglie da Francesco dei Medici, successo fino dal 1574 a Cosimo suo padre nel granducato, e rimasto vedovo pur egli per la morte dell’arciduchessa Giovanna d’Austria. Tosto che tali nozze furono partecipate al doge, i Veneziani affrettaronsi a dichiarare Bianca vera et particolar figliuola della repubblica, ed in obblio fu posto il processo. Bianca, in contraccambio, si rese utile in molti incontri alla madre patria, beneficò di molti danari il padre Bartolammeo, e donò al fratello Vittore il palazzo dei Trevisani in Canonica, da lei comperato. Senonché nell’anno 1587, Francesco ai 19, e Bianca ai 20 d’ottobre, morirono a Poggio di Cajano, non senza sospetto di veleno, loro procurato dal cardinale Ferdinando dei Medici, fratello di Francesco. Egli è certo che costui non volle che a Bianca si rendessero dopo morte regi onori, che non la volle sepolta nelle tombe dei Medici, e che fece levare da tutti i luoghi pubblici i di lei stemmi. Anche il veneto Senato, per piacenteria al medesimo, già successo nel granducato al fratello, proibì il lutto per la morte di Bianca. Vedi Cicogna, Inscrizioni Veneziane, Vol. I.

Il Ponte Storto a Sant’Apollinare venne ristaurato nel 1873.

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