Tiepolo

Tiepolo (Calle) a S. Apollinare. Il palazzo che sorge qui presso venne edificato dalla cittadinesca famiglia Cuccina, e credesi del Sansovino, o meglio, della sua scuola. L’ebbero poscia i Tiepolo, progenie illustre, oriunda di Roma, donde trasferissi a Rimini, e successivamente a Venezia. Essa diede tribuni, cooperò all’elezione del primo doge, ed in parte rimase del Consiglio nel 1297. Un Giacomo Tiepolo, dopo molto valore dimostrato ed eminenti servigi prestati alla patria, salì nel 1229 al soglio ducale. Egli compendiò le leggi veneziane, e fece dono ai padri di S. Domenico di quel terreno paludoso ove fabbricarono la chiesa ed il convento dei SS. Giovanni e Paolo. Né degenere fu Lorenzo di lui figlio, prode capitano dell’armata contro i Genovesi, vittorioso presso Tiro e conquistatore di Tolemaide, eletto doge pur esso nel 1268. Lungo sarebbe l’andar annoverando gli altri personaggi distinti della famiglia Tiepolo. A noi basterà ricordare Giovanni, patriarca di Venezia nel 1619, e quel G. Domenico autore dei Discorsi sulla Storia Veneta, a rettificazione del Daru. Gli eredi di G. Domenico alienarono nel 1837 il palazzo a Valentino Comello, da cui passò nel 1852 al maresciallo austriaco Bartolomeo Stürmer, e successivamente nel 1856 ad Alberto conte Pourtalès, con riserva dell’usufrutto di parte dell’ente allo Stürmer, ed alla di lui consorte, vita naturale durante. Morto nel 1861 il Pourtalès, e nel 1863 i coniugi Stürmer, fu venduto nel 1864 ai conti fratelli Nicolò ed Angelo Papadopoli, i quali, dal 1874 al 1875, vollero rinnovarlo, ed ampliarlo, atterrando qualche stabile vicino. Negli scavi in tale occasione praticati si rinvennero alcuni oggetti preromani, cioè gran quantità di corna di cervo, lavorate ad uso di lisciatoi, un’ascia a mandorla in diorite nera, altra piccola ascia della stessa pietra e levigata, altre ascie in bronzo, ed un ornamento dello stesso metallo d’uso incerto.

Quando il palazzo era dei Tiepolo, vantava ricchissimo museo con numerosa biblioteca, ed accolse nelle proprie soglie molti principi, ed alti personaggi.

Anche a S. Tomà, presso la Calle Centani, vi è una Corte Tiepolo perché un ramo della medesima famiglia qui possedeva due palazzi respicienti colla facciata il Canal Grande, l’uno di stile lombardesco, e fregiato dagli affreschi dello Schiavone, e l’altro di stile archiacuto nel piano nobile. In Ca’ Tiepolo a S. Tomà abitò, secondo il Fontana, lo storico Tentori.

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