Scoazzera

Scoazzera (Campiello, Rio terrà della) a S. Apollinare. Chiamavasi scoazzera un chiuso quadrato di muro, senza tetto, ed aperto d’innanzi, ove si raccoglievano le spazzature, dette in vernacolo scoazze, finché i burchieri, o burchiellanti, le avessero trasportate fuori città. Molti di tali depositi esistevano una volta fra noi, e molti quindi sono i luoghi che da essi presero il nome, e tuttavia lo ritengono.

Le scoazzere ebbero origine nel XV o XVI secolo per tener monde le strade, e per impedire che le spazzature si gettassero nei canali. V’invigilava il Magistrato alle Acque, sotto gli ordini del quale erano i così detti Nettatori dei Sestieri. Coll’andar del tempo però tali scoazzere si distrussero, e fino dal 1662, spargendosi ovunque le immondezze, molto sordide erano divenute le nostre vie. Deliberò allora il Magistrato alle Acque che le scoazzere si rifacessero, e minacciò castighi severissimi a chi s’attentasse di demolirle. Nel 1711 le fece poi ristaurare, prescrivendo che a tal uopo fosse trattenuto dal pubblico proto l’importare d’un mese sopra i crediti dei Nettadori dei Sestieri. Vedi Gallicciolli (Memorie Venete), e Tentori (Della Legislazione Veneziana sulla preservazione delle Lagune).

Si legge che, specialmente sul finire del secolo trascorso, le scoazzere chiuse diedero qualche volta argomento al basso popolo di puerili timori, ed ai giovanotti capricciosa occasione di sollazzarsi, fingendosi fantasmi notturni. Era dai summentovati recinti che propagavansi le grandi imprese dell’orco, come se in mezzo a tali lordure avesse egli voluto stabilire la sua reggia.

Circa la Scoazzera di Sant’Apollinare leggesi nella raccolta fatta dal Rompiasi delle leggi del Magistrato alle Acque: Si levi la scoazzera a S. Aponal, ed, allargata quella di S. Silvestro, servirà per l’una e per l’altra contrada. 1617, 29 Gennaro.

Il Rio della Scoazzera venne interrato dal 1844 al 1845.

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