Tamossi

Tamossi (Fondamenta, Sottoportico, Calle, Ramo) a S. Apollinare. Dalla famiglia Tamossi, ditta bancaria di gran credito, ma ora estinta, un Domenico della quale, procuratore della chiesa di S. Apollinare, venne in essa sepolto nel 1757. I Tamossi anche nel principio del nostro secolo tenevano a pigione un palazzo archiacuto qui posto, ove, come sembra, nel secolo XVI stanziava Pietro Bonaventuri, il seduttore di Bianca Cappello, quando attendeva alle ragioni del banco Salviati. Vedi Storto (Ponte). Egli è certo che Bartolammeo Cappello, padre di Bianca, nella querela presentata il 9 dicembre 1563 pel rapimento della figlia, disse che Pietro, collo zio ed altri complici, aveva una casa alquanto discosta dalla mia, dove habito al Ponte Storto, ma che facilmente però si può veder per retta linea per via del canal. Questo palazzo era un fedecommesso degli Zorzi, ma oggidì viene posseduto ed abitato dal cav. Federico Stefani, il quale ci avverte come, ristaurando il palazzo medesimo, vi ritrovò sculta in marmo l’arma dei Caminesi, donde argomenta, che esso, in tempi antichi, appartenesse a questa nobilissima famiglia. Infatti si rileva da un documento, riportato nella Storia della Marca Trivigiana e Veronese del Verci, che Ensidisio, conte di Collalto, creò in Venezia un notaio il 16 dicembre 1392 nel palazzo di Gerardo q. Guecellone da Camin, situato in parrocchia di S. Apollinare.

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