Ferali

Ferali (Ponte, Rio dei) a S. Giuliano. I registri Sanitarii ci fanno fede che moltissimi fabbricatori di ferali (fanali) da S. Giuliano morirono nel 1576, epoca della pestilenza. E leggesi che, in occasione della Redecima del 1582, la commissarìa di Bartolammeo Moro notificò di possedere in contrà de S. Zulian, al Ponte dei Ferali, varie case, una delle quali appigionata a m.r Battista q. Antonio feraler, ed un’altra a m.r. Mathio q. Gervaso feraler. I Feraleri, uniti ai Peteneri da testa, avevano pure scuola di devozione in chiesa di S. Giuliano sotto il patrocinio di S. Paolo primo eremita. Vedi la Guida del Coronelli (edizione del 1700). Nella processione dell’Arti, fatta nel 1268, per festeggiare l’elezione del doge Francesco Tiepolo, si videro comparire con molte lanterne piene d’uccelli, ai quali, giunti innanzi al principe, diedero il volo fra le più grasse risa del popolo, e gli sforzi dei monelli per acchiapparli. Quest’arte rinnovò la sua Mariegola nel 1437, e, sebbene formasse un corpo a sé, consideravasi come un colonnello dei Merciai.

Notammo altrove come nel 1128, pei molti assassinii che nascevano, fossero posti ad ardere nelle strade mal sicure alcuni cesendeli, o lanterne. In seguito ordinossi nel 1450 che sotto al pòrtego della Drapperia ogni sera si accenda lampade quattro che durino sino ore quattro di notte. E nel 1453 che i provveditori al Sal paghino l’olio de li cesendeli del Rialto. Quindi nel 24 ottobre 1719 furono posti i fanali in Merceria, e nell’11 febbraio 1720 in tutte le calli correnti. Finalmente nel 1732, 23 maggio, fu decretata l’illuminazione intera di Venezia, con obbligo a tutti di contribuirvi, eccettuati i miserabili. I Bombardieri, in virtù dei loro privilegi, pretendevano d’essere immuni da quella contribuzione, ma per dichiarazione del Senato, in data 13 novembre, anch’essi furono costretti a pagare. Appare dal decreto medesimo che prima l’illuminazione facevasi colle volontarie oblazioni di persone caritatevoli. Di tal modo la nostra città incominciò ad essere perfettamente illuminata mentre altre giacevano al buio, ed il Goldoni, al suo ritorno in patria, fra le altre cose uniche e meravigliose che in essa rivedeva, molto si rallegrava pell’utile, ed aggradevole illuminazione delle vie, altrove da lui vanamente desiderata. Si ha dalla Gazzetta Urbana che nel 1795 i fanali erano 1952, cioè 457 per S. Marco, 359 per Castello, 240 per S. Polo, 430 per Cannaregio, 193 per S. Croce, e 273 per Dorsoduro. Aggiungansi i dodici della Giudecca, per cui il loro numero ascendeva a 1964.

Il Ponte dei Ferali era chiamato anticamente degli Armeni, per essere vicino alla loro chiesa, leggendosi in una sentenza dei Signori di Notte al Criminal, in data 6 dicembre 1389, queste parole: Super angulo Sancti Juliani prope pontem Armeniorum.

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