Cavalli

Cavalli (Ramo Primo, Corte, Calle, Ponte, Sottoportico e Calle dei) a S. Polo. Crede il continuatore del Berlan che tali denominazioni dipendano dalla patrizia famiglia Cavalli. Ed in vero lo scudo gentilizio di questa famiglia, in cui dovrebbero scorgersi un cavallo con sopra una fascia caricata da tre stelle, potrebbe essere quello che è posto sopra l’ingresso della Corte Cavalli, e che, corroso dal tempo, o sfigurato all’epoca democratica, non presenta oggidì che la fascia soltanto. I Cavalli, secondo Casimiro Freschot (Li Pregi della Nobiltà Veneta ecc.) erano antichi feudatari in Baviera. Nel secolo XIII passarono in Milano, ove coprirono considerevoli impieghi presso i Visconti, e nel secolo susseguente a Verona, ove produssero un Federico generale degli Scaligeri. Giacomo figlio del medesimo tanto segnalossi, come condottiere delle Venete milizie, nella guerra di Chioggia, che meritò d’essere aggregato con altre 29 famiglie alla nobiltà patrizia nel 1381. Morto in Udine nel 1386, fu portato a Venezia, ed ebbe un monumento sepolcrale in chiesa dei SS. Giovanni e Paolo, nella quale scorgesi pure il sarcofago di Marino Cavalli che, dopo molte ambascerie onorevolmente sostenute, finì di vivere nel 1572. Il Capellari Vivaro (Campidoglio Veneto) numera altri distinti di questa famiglia, non dimenticando neppure, da quel buon uomo che egli era, Lodovico di Cavalli figliuolo di Dondadio, senatore d’incontaminati costumi e di segnalata bontà, celebrato dall’Egnatio per vivo prodigio di continenza, perché mai si congiunse colla moglie che a solo fine di generare e senza verun venereo diletto, vestiti e coperti in modo che non potessero con alcuna parte nuda del corpo toccarsi. Questa coppia virtuosa viveva circa il 1520.

Alcune famiglie Cavalli non patrizie imposero lo stesso nome ad altre vie della città.

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