Sanudo

Sanudo (Calle, Campiello) a San Polo. Fino dal secolo XIII troviamo negli alberi genealogici di Marco Barbaro alcuni Sanudi, o Sanuti, da S. Polo. Il loro palazzo guarda col prospetto il Rio di ca’ Bernardo e n’erano proprietari anche al principio del secolo presente. Se stiamo ai cronisti, l’autorità dei quali in tali bisogne è alquanto sospetta, questa famiglia discende dai Livii Romani di cui fu il celebre storico Tito. Tramutatasi da Roma a Padova, e poscia a Venezia, contava, come vuolsi, un tribuno fino dal 564 quando approdò a queste rive Narsete. Fra i cinque dogi, che diede in seguito alla patria, ricorderemo Pietro III perché introdusse nella famiglia, prima detta Candiana, il cognome di Sanuto, alludendo dice il Capellari, alla sana prudenza ed al maturo senno degli ascendenti, e Pietro IV noto pel suo fine infelice. Voleva costui governare dispoticamente lo Stato, per lo che il popolo inferocito pose fuoco al palazzo ducale, ed avendosi il tiranno presentato per domandare la vita ai tumultuanti, venne da essi spietatamente ucciso col picciolo figlio che teneva fra le braccia. Alquanti secoli dopo usciva dalla famiglia Sanudo quel Marino, il quale scrisse in 58 volumi i Diarii sopra i fatti dell’Italia e della Repubblica dal gennaio 1495 fino al settembre 1533, cioè dalla venuta in Italia del re Carlo VIII di Francia fino al decimo anno del principato d’Andrea Gritti. I Sanudo da S. Polo si estinsero in un Francesco Livio, morto il 2 gennaio 1852.

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