Pignoli (Calle, Campiello, Sottoportico, Ponte, Fondamenta dei) a S. Giuliano. Agostin de Vincenti dai pignoli q. Tommaso fece testamento il 26 maggio 1599, in atti di G. Andrea Trevisan, nella casa di sua abitazione in contrà de S. Zulian, nella Calle di pignoli. Egli lasciava usufruttuaria di parte delle sue sostanze la moglie Serena, morta la quale, voleva che tutto andasse venduto, e che col ricavato si facessero quattro esequie annuali nella chiesa di S. Giuliano e si dessero ducati cinque all’anno a povere donzelle della contrada, per maridar o monacar, elette dal capitolo della Scuola del Sacramento coll’intervento de’ suoi commissarii. Tali disposizioni vennero raffermate nel testamento della moglie, fatto il 5 gennaio 1601 M. V. nella medesima parrocchia di San Giuliano, in atti di Lucillo Beaziano, ove essa si nomina Serena fiola del q. Prandin dei Prandini, e relita de m. Agostin de Vincenti dai Pignoli. Ciò basta per ispiegare l’origine delle surriferite denominazioni.
Il Campiello dei Pignoli a S. Giuliano era appellato, come si vede nel catasto del 1713, Corte della Regina o dei Pignoli, in memoria di Tommasina Morosini, regina d’Ungheria. Abitando in Venezia Stefano, principe reale d’Ungheria, e frequentando la casa d’Albertino Morosini, il grando, da S. Giuliano, invaghissi della di lui sorella Tommasina, ed, ottenutala in moglie, divenne padre del principe Andrea detto perciò il Veneziano, che fu condotto dalla madre e dallo zio in Ungheria, e poscia incoronato sotto il nome d’Andrea III nel 1290. Egli morì nel 1301 senza figli, ed allora Albertino veduta passare la corona sul capo di Venceslao re di Boemia, tornò colla sorella a Venezia, ove si fece edificare una casa a S. Giuliano nella corte di cui parliamo. In questa casa Tommasina chiuse i suoi giorni.
Sulla Fondamenta dei Pignoli, nel cortile al N. A. 1490, scorgesi una magnifica vera di pozzo, lavoro dei Bon. Essa venne fatta costruire dalla cittadinesca famiglia Menor dalla Gatta, per cui sopra tre faccie vediamo la parola Menor, sopra due lo scudo scaglionato, stemma di questa famiglia, e sopra una, le gatte, ripetute sopra un avanzo dei marmorei sedili, che un tempo circondavano tutta la corte. Un’ultima memoria dei Menor dalla Gatta la ritroviamo nel catasto del 1713, che descrive in queste località uno stabile ed un negozio da malvasia, posseduti da Bortolo Filosi, il quale però pagava cinquantasei annui ducati, metà a Sebastiano dalla Gatta, e metà alla sig.ra Lucietta dalla Gatta, di lui sorella, unitamente a due secchi di moscato a titolo di regalia.
Aggiungeremo che, secondo una scheda manoscritta del Cicogna (Busta 1544 al Civico Museo), qui avrebbe abitato il celebre generale della Repubblica Stefano, od Erasmo, da Narni, detto Gattamelata. Questa però potrebbe essere un’invenzione popolare derivante dalla Gatte del pozzo e dei sedili, e dal soprannome Gattamelata.
Anche un Sottoportico, ed una Corte in Frezzeria si dicono dei Pignoli, probabilmente perché anche colà vi sarà stato qualche venditore di pignoli, o pinocchi.
In Corte dei Pignoli, in Frezzeria, esiste tuttora un ospizio composto di quattro stanze, le quali furono lasciate per abitazione di altrettante povere vedove di buona condition et fama, da Bonafemmina Diletti con testamento 30 aprile 1375.
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