Rialto

Rialto (Ponte, Sottoportici di). Rialto era una delle isole maggiori in cui nel principio del IX secolo venne trasportata da Malamocco la sede ducale. Quest’isola acquistò il nome dal fiumicello Realto, o Prealto, che, secondo alcuni, unitamente ad un ramo del Brenta, scorreale d’appresso, o più probabilmente dall’altezza e pienezza del canale da cui veniva lambita, oppure dall’alta sua posizione a paragone delle circostanti isolette, per cui si disse Riva alta donde Rivoalto e Rialto. Anticamente dividevasi in due parti, l’una delle quali, chiamata ultra canalem, abbracciava l’attuale Rialto, e l’altra, chiamata extra canalem, quello spazio ove poi sorsero le chiese di S. Bartolammeo, S. Salvatore, S. Marco, S. Maria Formosa. Talvolta Rialto prendevasi nei primi tempi per Venezia intera, ed infatti se ne potea dire la parte principale, poiché conteneva il pubblico palazzo, le principali magistrature, le carceri, il corpo delle guardie, il ginnasio, il foro mercantile, ed i magazzini degli effetti più preziosi.

Il primo ponte di Rialto venne eretto sopra barche nel 1175, ovvero 1180, da Nicolò Starattoni, o Barattieri. Al pari della Fondamenta, che attualmente si dice del Ferro, chiamavasi della Moneta per la prossima zecca. Vedi Ferro (Fondamenta del). Nel 1265 si costrusse sugli stili, e durò fino al 1310 in cui fu tagliato nella ritirata di Bajamonte Tiepolo. Rifatto, precipitò nel 1444 per la soverchia folla accorsa al passaggio della sposa del marchese di Ferrara. Sorse quindi di bel nuovo, ma in tutte queste rifabbriche conservossi di legno, benché si allargasse, si rendesse levatojo nel mezzo, e si adornasse ai fianchi di botteghe. Solo nel 1588 incominciossi ad innalzarlo in marmo, costando tre anni di lavoro, e 250.000 ducati di spesa. Comunemente se ne crede architetto Antonio Da Ponte, quantunque un passo, che leggesi nell’orazione funebre del doge Pasquale Cicogna, scritta da Enea Silvio Piccolomini, autore contemporaneo, ed altri argomenti modernamente addotti dall’abate Antonio Magrini, attribuiscano invece il merito del disegno ad un patrizio Gio. Alvise Boldù, e soltanto lascino quello dell’esecuzione ad Antonio Da Ponte.

I Sottoportici di Rialto sorgono a sinistra di chi scende il ponte venendo da S. Marco, e sono sormontati da una parte delle così dette Fabbriche Vecchie, le quali recingono da altri due lati la piazzetta che sta innanzi la chiesa di S. Giacomo. L’originaria erezione di queste fabbriche rimonta ai primi tempi della Repubblica, ma, distrutte dalle fiamme nel 1514, si riedificarono in nove anni dall’architetto Scarpagnino. Esse furono appellate Vecchie per distinguerle da quelle erette dal 1552 al 1555, le quali presero il nome di Nuove. Al tempo della Repubblica vi siedevano varii magistrati, il che si verifica anche all’epoca presente.

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