Leon Bianco

Leon Bianco (Calle, Corte, Traghetto del) ai SS. Apostoli. Dalla locanda all’insegna del Leon Bianco, che esisteva nel palazzo sovrapposto al traghetto, e respiciente il Canal Grande. Questa locanda fu celebre, specialmente negli ultimi tempi della Repubblica, pegli illustri personaggi che v’ebbero ospizio, fra i quali l’imperatore Giuseppe II, ambedue le volte che visitò la nostra città, ed i principi ereditari di Russia sotto il nome di conti del Nord. Il palazzo, ov’era aperta, venne fondato, come pare, nel secolo XIII, ed è fregiato nella facciata da sculture tolte ad edifizii dei bassi tempi. Gli scrittori però non sanno dirci a qual famiglia in origine appartenesse. Ci venne l’idea di consultare in tale proposito le nostre ricerche. Abbiamo dapprima posto mente al fatto, che in tutte le antiche piante topografiche di Venezia il sottoposto traghetto, il quale mette dai SS. Apostoli alle Fabbriche Nuove di Rialto, s’appella col nome di Ca’ da Mosto. Svolgemmo allora alcune delle nostre cronache di famiglie patrizie, ed in quella della Raccolta Cicogna che porta il N. 2673, ove parlasi dello stemma anticamente usato dai Da Mosto, e consistente in uno scudo a quartieri con alcune borchie dentro, rassomiglianti a grossi aghi, od a teste di broche (piccoli chiodi), leggemmo le seguenti parole: Queste sono le arme che sono in la chà granda de cha da Mosto sul Canal Grande al tragitto de S. Apostoli. Ci venne poscia in mano la Cronaca Veniera (Classe VII, Cod. 791 della Marciana), la quale dice che i Da Mosto anticamente portavano l’arma a quartieri zala et azura con le borchie nere drento a modo de capelle d’agudi (aghi), come qui presentemente si vede, et come sono sopra la sua casa granda de Santi Apostoli, sopra il Canal Grando, de sopra al traghetto che si passa a Rialto, che sono due arme de piera viva con le dette borchie dentro. Come è ben naturale, abbiam dato tosto un’occhiata al prospetto del palazzo, e vi scorgemmo due scudi gentilizii di pietra viva, ma tali che, per vetustà, o per sofferte vicende, non offrono più (almeno ad occhio nudo) i distintivi surriferiti. Non per questo ci perdemmo di coraggio, e, svolte altre cronache, una finalmente (Classe VII, Cod. 201 della Marciana) alquanto più moderna delle altre, convertì i nostri sospetti in certezza colle parole: I Da Mosto portavano arma a quartieri giala et azura con le broche nere, come appare ne la sua casa a S. Ap.li, ora Locanda del Leon Bianco. Nè crediamo che osti uno stemma diverso, sculto sopra una delle due colonne che sostengono l’edificio dalla parte del traghetto, poiché può ben essere che quella colonna, la quale per disegno è diversa dall’altra vicina, fosse stata, in occasione di rifabbrica, altronde trasportata.

Siccome poi da ricerca nasce ricerca, abbiamo voluto investigare altresì se nel palazzo medesimo sia nato, od abbia abitato Alvise da Mosto, viaggiatore Veneziano del secolo XV. E fummo indotti a ritenere per vero tal fatto dallo scorgere, nel Barbaro, che abitava ai SS. Apostoli la linea da cui discese Alvise, nonché dal ritrovare allibrati nel 1379 all’estimo della contrada dei SS. Apostoli gli heredi di Zuane da Mosto, uno dei quali fu Polo, avolo d’Alvise. Inoltre nei codici 160, 161 della Marciana col titolo: Matrimoni di Nob. Veneziani, parlandosi delle nozze avvenute nel 1430 fra Alvise, ed una figlia di Giorgio Venier, esso Alvise viene compreso nella linea dei SS. Apostoli al Traghetto. Spinto da tali argomenti dispose il nostro Municipio che una lapide, affissa al prospetto del palazzo Da Mosto sul Canal Grande, ricordi il celebre viaggiatore.

Leggesi che, per terminazione del Collegio 5 ottobre 1461 ciascheduno in Venezia poteva entrare a vogare nei traghetti, pagando un ducato di benintrada, eccettuato il traghetto di Ca’ da Mosto, perché era a disposizione di questa nobile famiglia.

Nella locanda del Leon Bianco ai SS. Apostoli due uffiziali del reggimento Schulemburg, l’uno colonnello, e l’altro capitano, si sfidarono a duello il 3 gennaio 1717 M. V. e caddero mortalmente feriti nel punto medesimo. Il primo finì di vivere al pontile del traghetto, ed il secondo sotto il portico che va al Ponte dei Ss. Apostoli.

Registrano i Notatori del Gradenigo che nel 1765 il palazzo presso il Ponte dei Ss. Apostoli, che era stato per molti anni locanda all’insegna del Leon Bianco, e che allora apparteneva alle famiglie Dolfin, Foscarini, e Marcello, ebbe un ristauro.

Mappa

Nella vicinanza


A B C D E F G I L M N O P Q R S T U V W Z

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *