Mocenigo Casa Nuova

Mocenigo Casa Nuova (Calle) a S. Samuele. Nella contrada di S. Samuele nacque la partizione della patrizia famiglia Mocenigo in Casa Vecchia e Casa Nuova. Il primo de’ due rami così denominossi perché, mediante le divisioni famigliari, ebbe in sua esclusiva proprietà il più antico dei quattro palazzi Mocenigo sul Canal Grande, cioè l’ultimo a man sinistra, il quale, ad onta della rifabbrica operatasi sullo stile del Longhena, conserva nell’interno alcuni indizii della sua vetustà. Il secondo ramo assunse il titolo di Casa Nuova perché fu suo retaggio l’ultimo dei palazzi a mano destra, fondato in epoca più tarda, e, come si ha fondamento per credere, dopo il 1454; quindi rifabbricato in seguito sullo stile del Vittoria. Al ramo Mocenigo Casa Nuova pervennero eziandio i due palazzi del centro, che marcano il decadimento dell’arte, e che nel 1579 non erano ancora compiuti, come appare dal testamento di Giovanni Mocenigo.

Nelle Memorie del prete Zilli, altrove citate, abbiamo sotto il 17 settembre 1780: Fu posto in libertà, dopo una relegazione di sette anni in punto nel castello di Brescia, il cav. Bastian Mocenigo, Casa Nova S. Samuele. Tale castigo se lo aveva tirà adosso per le sue pubbliche dissolutezze contro natura, per le quali, essendo a Parigi, fu anche messo in arresto dalle guardie, però colla scusa di non conoscerlo, e lasciato poi subito in libertà. La sua relegazione cominciò col giorno appunto che era per portarsi a Vienna, alla qual Corte era stato eletto ambasciatore. Di questo Sebastiano Mocenigo, e delle sue inclinazioni pederastiche, parla anche il Casanova nelle sue Memorie.

Lo Zilli scrive pur anche sotto il decembre 1780: La N. D. Pisana Mocenigo, figlia del Cav. Zuane Mocenigo Casa Nova, maritata da pochi mesi con Alvise Mocenigo, suo cugino germano, figlio del cav. Bastian, esce d’improvviso dalla casa del marito, e va a ritirarsi nelle Pinzochere a S. Gioachino a Castello, ove, entrata appena, comincia a fare degli atti al foro ecclesiastico per provare la nullità del suo matrimonio. Cosa che per niente sorprese il paese, mentre universalmente n’era stato fatto il pronostico.

I tre palazzi Mocenigo della Casa Nuova a San Samuele, allorquando nel 1788 Alvise Mocenigo fu creato Procuratore di S. Marco, messi in comunicazione fra loro, presentarono alla festa ben quaranta ampie stanze magnificamente addobbate nel breve spazio di sette ore.

In uno dei predetti palazzi abitò Anna di Shrewsbury, moglie del conte Tommaso d’Arundel, maresciallo d’Inghilterra, frequentando la casa della quale, ove convenivano alcuni ministri esteri, Antonio Foscarini fu accusato di propalare i secreti della Repubblica, e perciò nel 1622 condannato a morte, quantunque poscia fosse dichiarato innocente. Nel palazzo medesimo abitò lady Mary Wortley Montagu, nonché lord Byron, tenendosi presso, come sultana favorita, la bella Margherita Cogni, moglie d’un fornaio. Qui egli compose i primi canti del Don Giovanni, il Beppo, una parte della tragedia Marin Faliero, il Sardanapalo, e le Visioni del Giudizio. Qui pure ospitò il poeta Tommaso Moore.

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