Grassi

Grassi (Ramo) a San Samuele. Antichissima, la famiglia Grassi trasse l’origine da Bologna, e nel 1230 si trasferì a Chioggia, di cui ottenne la cittadinanza nel 1646. Trasmigrata a Venezia salì agli onori del patriziato nel 1718 in un Paolo e fratelli (uno dei quali per nome Pietro fu vescovo di Parenzo) offrendo alla Repubblica nell’ultima guerra turchesca 60 mila ducati d’argento. Angelo, figliuolo di Paolo, edificò verso la metà del secolo scorso un magnifico palazzo in Campo S. Samuele, sulle cui scale, a documento dei propri figli, fece scolpire il motto: Concordia Res Parvae Crescunt; Discordia Etiam Maximae Dilabuntur. Giovanni, uno di questi, impalmò nel 1772 Margherita Condulmer, e qui, per dare un’idea della dissolutezza dei tempi, riportiamo un aneddoto conservatoci dal prete Zilli nelle sue Memorie di casi avvenuti in Venezia (Codice Cicogna 1166). Racconta il buon prete che, il 20 gennaio 1779 M. V., la N. D. Margherita Condulmer, moglie di s. Zuane Grassi, d’improvviso si ritirò nel monastero di S. Lucia. Il motivo di tale risoluzione fu, per quanto vien detto, la negativa avuta dal marito (per altro all’eccesso compiacente) di avere per suo cavaliere servente il N. U. Gaetano Dolfin, figlio di campaniel di Melma, giovane che affetta il letterato, e desiderato appunto per questo dalla dama, onde servirgli di guida nelle scienze, come ella diceva. Il giorno dietro però si lasciò persuadere a ritornare alla propria casa. Non è questo il primo tratto di pazzia di questa signora, la quale non ha difficoltà di dire al marito di dare e ricevere dei baci dai suoi serventi, ma nulla di più, come altresì non è questo il primo incontro pel marito di farsi ridicolo appresso tutto il paese, essendo scimunito e stupido a segno tale da andare in persona a pregare il servente di riconcigliarsi colla moglie e di tornare al suo fianco, come fece nell’incontro che Baccalario Zen l’aveva abbandonata.

La famiglia Grassi si estinse nella prima metà del secolo presente nei figli del suddetto Giovanni, viventi ancora i quali, il palazzo venne alienato. Esso in quest’ultimi tempi fu ristaurato, e decorato di prossimo giardino dal barone Simeone Sina.

Una Corte Grassi esiste anche a S. Sofia, presso la Ruga dei due Pozzi, così denominata da un’altra famiglia del medesimo cognome. Trovasi che nel 1514 un Domenego, un prè Lorenzo, un’Anzola, ed una Paola, fratelli e sorelle Grassi, abitavano in parrocchia di S. Sofia. E nei Necrologi Sanitarii: Adì 6 Setembrio 1610: il S. Pietro di Grassi del q. Francesco d’anni 26 in c.a. da una ferita nel petto g.ni X. S. Sofia. Un Paolo Grassi pittore fece, secondo la Cronica veneta sacra e profana del 1736, alcuni lavori nella prossima chiesa di Santa Caterina.


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