S. Samuele

S. Samuele (Salizzada, Campo, Piscina, Traghetto). La chiesa di S. Samuele, sacra nei primordii anche a S. Matteo, sorse nell’anno 1000 per opera della famiglia Boldù. Tanto dopo l’incendio del 1105, quanto dopo quello del 1107, ebbe una rifabbrica. Dopo sei secoli, minacciando rovina, tornò ad essere rifatta quasi di pianta nel 1683. Era parrocchiale, ma nel 1810 fu convertita ad oratorio sacramentale della chiesa di S. Stefano.

Circa la Piscina di S. Samuel sorse una questione nel 1290 fra Marco e Tomaso Bando ed i vicini, pretendendo gli uni che fosse di loro privata ragione e gli altri che fosse pubblica. La vinsero i secondi. Vedi Cod. Pub.

Leggiamo nelle Raspe che un’Orsa, moglie d’uno Zanin Diedo, essendo partito il di lei marito per Corfù, fece bottino di quanto eravi in casa e, abbandonati i propri figli, riparò dal pievano di S. Samuele, Francesco Carello, col quale commise adulterio. Perciò venne condannata il 27 luglio 1389 a finir la vita in prigione, ma poscia l’8 aprile 1393 ottenne in grazia la libertà. Di questo pievano Francesco Carello parla un’altra sentenza del 6 settembre 1391 colla quale condannossi a due anni di carcere ed a perdere la dote Lucia, moglie del N. U. Marco Barbarigo q. Maffeo, perché, scoperta adultera del Carello, aveva dato un addio alle soglie maritali.

Prescrive una legge del 20 marzo 1468 che, succedendo varie risse a mano armata, in la contrada di S. Samuel su la strada maistra che va a dretura da S. Samuel a S. Stephano, e ciò dipendendo da quelle meretrixi, le qual non sono contente de star dentro in el suo luogo consueto antigamente, ma sono vegnude ad habitar in alcune case su la dicta calle maistra, prescrive, diciamo, essa legge, sotto pena de lire diexe e scuriade venticinque, che dette meretrici non potessero abitare, o giammai fermarsi insieme, o con qualche uomo, comenzando da la testa della calle stricta va la chiesa de S. Samuel fin al spicier de S. Stephano. Il luogo, ove a San Samuele le meretrici avevano postribolo, era la calle poscia detta delle Muneghette, postribolo che di là fu rimosso nel 1483, per concessione fatta alla Scuola di San Rocco.

La parrocchia di S. Samuele è celebre per le memorie di varii artisti. In essa, secondo il Cadorin, soggiornò l’architetto Bartolammeo Buono II, e nello stabile medesimo Tiziano Vecellio tenne i modelli delle proprie pitture. V’abitavano nel 1521 gli scultori Giulio, Tullio ed Antonio Lombardo. Vi nacque nel 1555 Modesta da Pozzo, letterata veneziana. Sante Lombardo vi morì il 16 maggio 1560. Vi tenevano soggiorno nel 1580 Girolamo Campagna, e nel 1583 Paolo Caliari, detto il Veronese, in una casa dei cognati Lorenzo Zecchini e Giulio Girardi. Paolo vi cessò di vivere il 19 aprile 1588 per febbre acuta, presa nell’intervenire la seconda festa di Pasqua ad una solenne processione. In parrocchia di San Samuele cessarono pure di vivere Benedetto Caliari, fratello di Paolo, Carlo e Gabriele suoi figli, nonché Giuseppe, figlio di Gabriele, pittori tutti, l’ultimo dei quali, per attestato del Ridolfi, conservava nella sua abitazione di S. Samuele i dipinti dei propri ascendenti. V’abitava nel 1630, e precisamente nella Salizzada, il pittore Girolamo Pilotto q. Andrea seguace del Palma. Vi morì Carlo Ridolfi pittore, e biografo dei pittori. Abbiamo nei necrologi sanitari: 5 settembre 1658: Il sig. Cavalier Carlo Ridolfi d’anni 64 amalato giorni 19 da febre dopia terzana contin.te medico Alberici, fa sepelir sua consorte – S. Samuel. Egli fu sepolto in S. Stefano. Aveva fatto testamento in atti Giorgio Stefani fino dal 1° aprile 1657. Nella medesima parrocchia finalmente chiuse i suoi giorni il 18 ottobre 1687 il pittore Pietro Liberi, che colà si aveva fatto erigere quel palazzo oggidì conosciuto sotto il nome di Morolin.

A S. Samuele vide la luce il famigerato Giacomo Casanova, il quale, fuggito dai Piombi, in cui era stato rinchiuso il 25 luglio 1755, scrisse in Boemia nel 1787 il libro intitolato: Histoire de ma fuite des Prisons de la République de Venise qu’on appelle les Plombs. Vedi anche i Mémoires de Jacques Casanova de Seingalt, da lui composti.

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