Minio

Minio (Calle) a S. Fosca. La patrizia famiglia Gussoni, di origine bellunese, fece sorgere, sopra disegno del Sammicheli, il palazzo a cui questa calle conduce. Ignoriamo l’epoca precisa dell’erezione, ma non manchiamo di dati per crederla avvenuta verso la metà del secolo XVI, ed a merito d’un Marco Gussoni, figlio di Andrea, dal quale appunto nell’albero genealogico del Barbaro incomincia il ramo dei Gussoni da S. Fosca, a distinzione dell’altro ramo che possedeva ed abitava il palazzo di San Vitale, comperato più tardi dalla patrizia famiglia Cavalli. Dai poggiuoli del palazzo Gussoni a S. Fosca, sul cui prospetto, respicente il Canal Grande, ammiravansi le due figure a fresco del Tintoretto, tratte l’una dal Crepuscolo e l’altra dall’Aurora, famose statue di Michelangelo, l’arciduca Carlo d’Austria, fratello dell’imperatore Massimiliano, assistette ad una regata datasi in di lui onore il 17 maggio dell’anno 1569. Questo palazzo, celebre eziandio pegli affreschi del cortile, opera di G. Battista Zelotti, e per la ricca galleria di quadri raccolta dal cav. Vincenzo, divenne sede nel 1668 dell’accademia Delfica, appellata anche Gussonia, e solita ad occuparsi negli esercizi d’eloquenza estemporanea. Esso appartenne alla famiglia fondatrice fino alla sua estinzione, avvenuta nel senatore Giulio, morto nel 1735, che lasciollo per metà alla moglie Faustina Lazzari, e per metà alla figlia Giustiniana. Costei è quella celebre Giustiniana Gussoni, che nel 1731 fuggì da Venezia col conte Francesco Tassis di Bergamo, col quale contrasse matrimonio clandestino, e che, rimasta vedova, nel 1736 si rimaritò con Pietro Martire Curti, ma finì i suoi giorni, d’anni 27, nel 1739, e fu sepolta nella nostra chiesa degli Scalzi. Allora Faustina Lazzari Gussoni, divenuta per tal morte unica proprietaria del palazzo, ne dispose in favore, mediante testamento 15 febbraio 1747 M.V., in atti Marco di Mazi, del proprio fratello G. Battista Lazzari e discendenti maschi, mancando i quali, in favore dei discendenti maschi abili al M. C. della casa Minio delli NN. UU. Giacomo e Marin del N. U. Zuane, coll’obbligo ai beneficati di aggiungere al proprio il cognome Gussoni, e mancando anche questi, in favore della casa professa dei Gesuiti di Venezia, che però, per sentenza, rimase esclusa. Passato adunque il palazzo in tal modo nei Minio, denominossi Minio la prossima Calle.

Poscia Giovanni e Girolamo Minio Gussoni q. Alvise, e Zilio Minio Gussoni q. Antonio lo vendettero, con istrumento 1 giugno 1798, in atti G. Matteo Maderni, a Benedetto Grimani q. Francesco Maria. Ma nemmeno i Grimani lo conservarono, e nel 1816 venne comperato dagli israeliti Dalla Vida.

Se si vuol prestar fede al Freschot, Paolo Minio fu il primo che da Mazzorbo venisse fra noi nel 790. Alcuni antichi tribuni; un Lorenzo Minio, che nel 1431 trovossi sopraccomito di galera sul Po contro i Milanesi, e nel 1448, capitano di Brescia, difese quella città strettamente assediata dai medesimi; un Luigi che nel 1668 alle Focchie affondò una galera turchesca, e nel 1669 cooperò alla difesa di Candia; varii senatori ed illustri magistrati: ecco in compendio le glorie della patrizia famiglia Minio.

Una Calle Minio vi è pure a S. Felice, che però non appare così appellata nei catasti. Probabilmente assunse il nome negli ultimi tempi della Repubblica, e ciò, non per opera della famiglia Minio patrizia, ma d’un’altra popolare. Ce lo fa credere il non trovarsi a quell’epoca i Minio patrizii domiciliati, o possessori di stabili, in parrocchia di S. Felice, ed il leggersi invece che nel suddetto circondario mancò ai vivi il 13 aprile 1764, Antonio di Nicolò Minio, di g.ni 4, da spasemo sempre, levatrice Casari. La mancanza dei soliti titoli dimostra abbastanza che il bambino non nasceva dalla casta degli ottimati.

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