Grimana

Grimana (Sottoportico e Calle) a Castello. Varie case nel 1661 erano qui possedute dal N. U. Francesco Grimani. Sono discordi i cronisti circa l’origine di questa famiglia. Dicono però i più riputati che un Servadio Grimani, di nobile sangue longobardo, abbandonata Venezia, ove i suoi maggiori avevano eletto domicilio, trasportossi a Venezia nel 900, e che fino dal 940 suo figlio Teodosio venne ammesso al Consiglio. Un Antonio Grimani salì al soglio ducale nel 1521. Come generale di mare, egli aveva avuto mala fortuna nel combattere i Turchi, ed accusato di tradimento era stato condotto in ferri a Venezia. Qui rifulse la pietà del cardinale Domenico suo figlio, che corse ad accoglierlo, ed accompagnarlo alla carcere, sostenendone amorosamente i ceppi. Antonio Grimani fu poscia esigliato a Cherso ed Ossero, donde fuggì per ricovrarsi alla Corte Romana presso l’anzidetto suo figlio Domenico. Questi adoperossi in favore della Repubblica in più affari, il perché ottenne che il padre, non solo fosse richiamato in patria ed assolto, ma rieletto Procuratore di S. Marco, e finalmente assunto al potere supremo. Il cardinale Domenico Grimani ebbe tre nipoti, rivestiti anch’essi delle primarie dignità della chiesa, cioè Marino cardinale nel 1527, Marco patriarca d’Aquileja nel 1529, e nel 1537 generale di venti galere della chiesa contro gl’infedeli, e Giovanni, che al pari di suo fratello Marco fu patriarca d’Aquileja e fondatore del palazzo a S. Maria Formosa, di cui parleremo nell’articolo seguente. La famiglia Grimani produsse in seguito altri due dogi, un altro cardinale, ed un altro patriarca d’Aquileja, senza contare molti militari valenti, e molti gravissimi senatori. Essa riedificò, ed abbellì alcune delle nostre chiese, fece sorgere varii palagi, e fondò tre teatri cioè quello di Calle della Testa, più non esistente, quello di S. Samuele, e quello di S. Giovanni Grisostomo esistenti tuttora. Diede il nome a varie strade di Venezia.

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