S. Giovanni Laterano

S. Giovanni Laterano (Fondamenta, Rio, Calle, Fondamenta, Rio, Calle, Campiello). Avendo una monaca per nome Mattia, ed altre sue compagne, abbandonato il convento dei SS. Rocco e Margarita, ed essendo poi pentite del loro operato, ritornarono nel 1504 a vivere sotto la regola di S. Agostino in una casa vicina all’antico oratorio detto di S. Giovanni Laterano, e volgarmente di S. Zan Lateran, perché, come vuole il Gallicciolli, fabbricato sopra una tomba chiamata teran, o, meglio, perché aggregato al capitolo dei canonici Lateranensi di Roma. Da questi canonici le monache acquistarono l’oratorio, e nel 1519 meritarono per la loro buona condotta d’essere mandate a riformare il convento di S. Anna, ove vestirono l’abito di S. Benedetto, che ritennero anche quando nel 1551 ritornarono nel loro pristino asilo. L’incendio del 1573, causato da un fulmine, in cui perì l’abadessa Serafina Molin, le obbligò a riparare in altri conventi, ai quali tanto s’affezionarono che due sole ritornarono in quello di S. Giovanni Laterano quando fu rifabbricato. Restatane unica abitatrice nel 1599 Ottavia Zorzi, volle essa ristaurarlo nuovamente insieme alla chiesa, ed in breve giunse ad attirarvi cinquanta e più monache. Anche questo convento (dilatato nel 1731) fu soppresso, colla chiesa, nel 1810, e quindi servì ad usi diversi fra cui ad Archivio Notarile, a Ginnasio, ed a Scuole Elementari. Ora serve all’Istituto Tecnico e Nautico Paolo Sarpi.

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