Casselleria

Casselleria (Calle di) a S. Maria Formosa. Qui stanziavano i casselleri, laonde Lauredana Cappello relita del q. M. Laurentio Cappello notificò nel 1514 di possedere in S. M. Formosa in Casselleria, case n. 4 cum le sue botege de casseller. Havvi tuttora scolpita sulle muraglie l’arma Cappello. Errarono poi il Gallicciolli ed il Mutinelli nel credere che per casselleri debbansi intendere i fabbricatori di case, secondo l’antico modo di scrivere cassa per casa. I casselleri erano i fabbricatori di casse, come chiaramente risulta da una legge del M. C. dell’anno 1322 (Neptunus), ove è detto: cum cassellarii de Venetia possint trahere de Venet: franchum lignum laboratum per cassellas pro suo laboratorio. Queste casse servivano alla spedizione delle mercanzie, oppure a contenere il corredo delle spose novelle. Rammenta il Quadri nella sua Descrizione topografica di Venezia che in molte antiche famiglie si conservano tuttora alcune casse destinate a questo ultimo scopo, riccamente intarsiate d’ebano, avorio e madreperla, con le traccie tuttora visibili dell’incastonatura di pietre preziose. Aggiunge che, anche al giorno d’oggi, esistono delle tavole da buoni maestri dipinte, le quali in origine formavano il coperchio e le sponde di alcune delle casse medesime. I casselleri avevano la loro scuola di divozione, sacra a S. Giuseppe, presso la chiesa di S. Maria Formosa. Essi nel secolo X ammontavano, secondo il De Monacis, a più che 400, e molto si distinsero nel debellare i pirati Triestini od Istriani, che fuggivano sopra una galea, traendo seco le spose Veneziane poco prima rapite. Il Gallicciolli riporta un brano della Mariegola dell’Arte così concepito: Et i casselleri de la contrà de S. Maria Formosa se misseno in ponto, e ben in ordene, facendo pavexi de le tavole che loro feva le casse, e tutti andono adosso la galia, e quella investino, e fono essi casselleri che fono i primi che montassero sopra essa galia, e fono morti assai da tutte doi le parte, et tajono a pezzi tutti li Triestini, non ne facendo alcuno de loro prexon. Et questo volse el doxe aciò i non havesse sepoltura li corpi soi in terra, ma che el mar fosse il suo molimento per la luzuria granda et offexa che feceno ai Vinitiani. Dicesi che i casselleri riportassero vittoria il giorno della Purificazione di Maria Vergine, e ritornati ai propri lari, chiedessero al doge che annualmente, la vigilia ed il giorno di tale festività, visitasse colla Signoria la chiesa di S. Maria Formosa. Dicesi pure che il doge per ischerzo loro opponesse E se fosse per piovere? E se avessimo sete? al che essi rispondessero Noi vi daremo cappelli da coprirvi. Noi vi daremo da bere. Da ciò avrebbe avuto origine il dono dei due cappelli di carta, o di paglia dorata, e dei due fiaschi di malvagía con sopra due aranci, che il pievano di S. Maria Formosa soleva fare al principe in quella circostanza. Vedi S. Pietro (Parrocchia ecc. di).

Nota il Priuli nei Diarii che nel 1505 arse grandissimo incendio in Casselleria.

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