Girardini

Girardini (Fondamenta) a S. Barnaba. Non vi ha dubbio che i patrizi Girardini, o Gherardini, abitassero sopra questa Fondamenta, poiché, quando essa venne nuovamente selciata dopo la metà del secolo trascorso, il N. U. Claudio Girardini trovavasi fra quelli che dovevano concorrere al pagamento del grosso per ducato. Ciò si rileva dalla partecipazione fatta ai Provveditori di Comune il 6 aprile 1759 da Agostin Zerletti deputato alla consegna delle pubbliche strade. Il medesimo Claudio Girardini è annoverato fra i patrizii domiciliati in parrocchia di San Barnaba dall’Anagrafi Sanitaria pell’anno 1761.

Dicono gli storici che si ha memoria della famiglia Girardini fino dall’ottavo secolo, che essa, da Arezzo sua patria, si sparse in varie regioni, e che un colonnello della medesima, diramatosi da Firenze a Verona, e quindi a Venezia, ottenne l’anno 1652 la patrizia nobiltà nella persona del Marchese Bernardino.

Sulla Fondamenta Girardini a S. Barnaba esisteva l’ospizio di S. Agnesina e colà tuttora leggesi sopra una porta: Del solo prior di S. Agnese, e sopra un’altra: Del Priorato di S. Agnese. In questo ospizio, diretto dalla scuola di S. Agnese, che raccoglievasi in chiesa di S. Barnaba, ricettavansi fanciulle orfane fino all’età di 20 anni, protraendosi talora il beneficio fino al momento del loro matrimonio, o della loro monacazione. Questo ospizio venne fondato nel secolo XIV da Angelo Condulmer, padre del pontefice Eugenio IV. Ciò si rileva da un brano di lettera riportato dal Cicogna nel volume VI delle Inscrizioni, e diretta il 24 marzo 1470 da Isabella Barbo, sorella di papa Paolo II, ad un Benedetto suo cappellano in Roma. In questa lettera essa gli raccomanda di provocare dal papa un’indulgenza de colpa e pena in caxo de morte a cadauna persona che desse elemosina da un ducato in zoxo, over da un ducato in suzo, come meglio potrete fare, e lo spedal de le donzele de S. Agnexe, posto in contrà de S. Barnaba, per soventione de le dete, perché le sue intrade son molto anichilate, avixandove che el deto hospitale fo edificato, et ancor dotato per la bona memoria de mis. Angelo Condulmer, el qual ser Anzolo fo avo nostro, zoè de la S. de N. S. et de tuti nui per esser sta padre de la S. memoria de papa Eugenio.

Dopo la metà del secolo XVII questo ospizio cessò di prestarsi alla sua destinazione, quantunque le sue rendite continuassero a venir amministrate dalla scuola di S. Agnese. Erra poi il Cicogna credendo che Isabella Barbo parli nella sua lettera non di questo, ma d’altro ospizio situato non lungi dalla chiesa di S. Agnese.

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