Bombaseri (Ramo Calle, Calle, Ramo Calle dei) a S. Bartolammeo. Nel 1661 circa dodici bombaseri, o venditori di bambace, aveva bottega e volta in queste strade. L’arte dei Bombaseri era sotto il patrocinio di S. Michele Arcangelo, e raccoglievasi in chiesa di S. Bartolammeo, ove, fino dal 12 gennaio 1540, le venne assegnato un altare anteriormente sacro a S. Anna, ma che da quel momento in poi dedicossi a S. Michele. I Bombaseri si costrussero pure in chiesa di S. Bartolammeo nel 1580 la propria sepoltura.
Anticamente raccoglievansi forse in chiesa dell’Ascensione, mentre l’autore delle Vite e Memorie dei Santi spettanti alle Chiese della Diocesi di Venezia, narra, che nella Mariegola dei Bombaseri si ordina, sotto l’anno 1328, ai frati dell’Ascensione di cantare annualmente, la seconda domenica di novembre, una messa pei confratelli defunti, e di distribuire in quel giorno all’arte due ferculi, ossia una refezione, gli avanzi della quale dovevano essere donati ai poveri. Notisi però che qui ci deve essere uno sbaglio circa la data dell’ordinazione, attesoché nel 1328 i Procuratori di S. Marco non avevano ancora dato in affitto il monastero dell’Ascensione a frate Molano e suoi compagni. Ciò avvenne soltanto nel 1336. V. Ascension (Calle ecc. dell’). I Bombaseri sfoggiarono il proprio buon gusto accompagnando nel 1574 il re Enrico III di Francia da Murano a Venezia con un brigantino a 12 remi, dipinto di bianco e di rosso, ed avente una coperta di damasco chermisino.
Scrive la Cronaca del Savina: A 4 novembre (1582), zioba de notte, s’accese fuoco a S. Bort.o appo la chiesa, nelle case e botteghe di bombaseri, che durò fino ad hora di nona del dì seguente, et diede grand.o danno alli habitanti in esse, et alli patroni delli stabili, tra quali furono i Nob.i Uom.i Almorò e fratelli da cà Zane fu di Martino, et hanno perso più di 300 ducati di rendita, et il vicario di S. Bart.o hebbe danno per mille ducati, et altri molti. Corse tutta la Maestranza dell’Arsenale a smorzarlo.
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