Angaran detto Zen

Angaran detto Zen (Campiello) a S. Pantaleone. Il N. U. G. Antonio Zen notificò nel 1661 di possedere una casa in due soleri a S. Pantaleone. Si vede nelle Condizioni pell’anno 1711 che la casa suddetta era passata in proprietà dei NN. UU. Antonio e Carlo fratelli Ruzzini, nipoti, per parte materna, dello Zen, e ch’essi in quell’anno l’affittavano ai NN. UU. Oratio et fratelli Angaran. L’Orazio di cui qui si parla nacque da Giovanni Angaran e da Virginia Garzadori nel 1665, e nel 1688 sposò Romilda Corner. Dopo importanti cariche, onorevolmente sostenute, morí nel 1751, ed ebbe tomba con epigrafe in chiesa di S. Pantaleone. Secondo la cronaca del Pagliarini, trovasi memoria degli Angaran in Vicenza, loro patria, fino dal 1250. Avendo un Fabio di questa famiglia offerto alla nostra Repubblica, travagliata dalla guerra di Candia, 140 mila ducati, venne ammesso al M. C. coi nipoti e discendenti nel 1655. Egli disse nella supplica per ottenere la patrizia nobiltà, che un Girolamo fratello di suo avo, essendo luogotenente di Bartolammeo Alviano, perí nel fatto d’armi della Motta, e che Galliano suo avo, cinto di laurea dottorale, fu commissario dei Veneziani a Vormazia. Disse inoltre, che Francesco suo padre, e Girolamo suo fratello, ambidue decorati di grado cavalleresco, vennero piú volte, come ambasciatori di Vicenza, spediti a Venezia. Rammemorò finalmente fra i suoi antichi anche un Pietro Angaran consultore in jure della Repubblica.

Della famiglia Zen diremo più innanzi. V. Zen (Fondamenta).

In Campiello Angaran, detto Zen, scorgesi innestato nella muraglia un medaglione di marmo greco, nel quale è scolpito un imperatore d’Oriente in costume, lavoro del secolo IX (1). Erroneamente il Zanotto vorrebbe che questo fosse il marmo del forte Mongioja portato a Venezia da Lorenzo Tiepolo. Vedi S. Pantaleone (Parrocchia ecc.).

Note di Lino Moretti

  1. Il medaglione rappresenta probabilmente l’imperatore Leone VI.

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