S. Zorzi

S. Zorzi (Corte) a S. Gallo. Sino dal 1161 Buonafante, già moglie di Giovanni Foscari, donò al monastero di S. Giorgio Maggiore alcune case di legno poste in questa situazione, che in seguito furono fatte di pietra, e fruttavano circa mille ducati di rendita. L’abate Jacopo Milanese le fece ricostruire nel 1542. La Descrizione della contrada di S. Geminiano pel 1661, parlando di queste case, le chiama: Case delli R.di padri di S. Giorgio Maggiore, parte delle quali sono in campo Rusolo, parte in calle fuori del campo Rusolo, et il rimanente in Corte detta di S. Zorzi. Tuttora sopra l’ingresso della Corte di S. Zorzi, nonché sopra una casa di fianco, scorgesi scolpito il cavaliere S. Giorgio.

Il monastero di S. Giorgio Maggiore apparteneva ai seguaci di S. Benedetto, e venne fondato da Giovanni Morosini sopra una isola posta di facciata alla Piazzetta di S. Marco, donatagli nel 982 dal doge Tribuno Memmo, la quale anticamente chiamavasi isola dei Cipressi pei molti alberi di questa specie, ma poscia prese il nome di S. Giorgio per una chiesa sacra a questo santo, eretta dai Partecipazii nel 790, e di maggiore per contraddistinguerla dall’altra isoletta di S. Giorgio in Alga. Tanto il monastero, quanto la chiesa di S. Giorgio Maggiore vennero in seguito più volte ristaurati, e nel secolo XVI rinnovati dal Palladio, e successivamente compiuti da altri architetti. Alla soppressione degli ordini religiosi, ambidue gli edifici rimasero secolarizzati, ma poco dopo il secondo fu ridonato al divin culto per merito del patriarca Saverio Gamboni. L’isola frattanto convertivasi a luogo di franchigia pel commercio, e vi si costruiva il bacino, terminato da due torricelle. Quando poi nel 1829 si estese la franchigia all’intera città, diveniva emporeo delle merci nazionali con particolare dogana. Succeduti finalmente gli sconvolgimenti del 1848, qui tornava ad essere ristretta la franchigia, estesa la quale nuovamente nel 1851 a tutta la città, veniva l’isola occupata dal militare. Tale franchigia, detta volgarmente Porto Franco, ora è abolita. Il tempio di S. Giorgio Maggiore si mantiene uffiziato da alcuni Benedettini.

Nel cenobio si radunò nel 1800 il conclave di cardinali donde uscì papa Barnaba Chiaramonti col nome di Pio VII.

Si ha memoria che il campanile di S. Giorgio Maggiore precipitò improvvisamente il 27 febbraio 1773 M. V. fracassando il dormitorio del chiostro, la sacrestia, ed il coro della chiesa, ove restarono feriti gravemente tre monaci, mentre stavano uffiziando, uno dei quali morì sull’istante.

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