E’ tradizione che la chiesa di S. Maria Mater Domini sorgesse nel 960 per opera delle famiglie Zane e Cappello, e che fosse sacra in origine a S. Cristina, venendo a quel tempo uffiziata da monache. Nel 1503 atterrossi, e si rifabbricò, mettendo, dice il Sanudo, l’altar grando a l’incontro dove era. Ridotta a termine, consecrossi il 25 luglio 1540 da Lucio vescovo di Sebenico. Il Temanza la vuole architettata da Pietro Lombardo, non senza l’opera del Sansovino. Fu parrocchiale fino al 1810, ed ora è succursale di S. Cassiano. Il suo campanile, eretto anticamente dai Cappello, rinnovossi nel 1743.
Scrive la Cronaca Magno: Del 1150 uscì fuoco casualmente da la contrà de santa M. Mater Domini, et la bruzò tuta; poi andò a S. Stai, S. Stin, santo Agustin, S. Boldo, S. Jacomo de luprio, san Zan degolado, santa Croxe, S. Simeon Profeta, S. Simeon Apostolo, S. Baxegio, san Nicolò de Mendigoli, et san Raffael, et bruxò in Venetia assai caxe.
Havvi un decreto del Consiglio dei X, colla data del 24 aprile 1488, per cui ordinavasi che, essendo il portico della chiesa di S. Maria Mater Domini ricettacolo, specialmente in tempo di notte, di sodomie ed altre disonestà, né potendo esso, per la sua posizione, essere distrutto, come aveasi fatto d’altri portici, venisse cinto di tavole, e fornito di una porta, la quale si dovesse chiudere dopo le ore ventiquattro.
In Campo S. Maria Mater Domini esistono ancora gli antichi edificii della famiglia Zane, che, secondo le cronache, vennero nel 1310 bollati col S. Marco, avendo chi li possedeva preso parte alla congiura Tiepolo-Querina. L’edificio presso la chiesa ha tuttora sul pozzo della corte interna la volpe rampante, stemma della famiglia Zane.
Accanto a questo edificio sul principiare della così detta Calle Lunga scorgesi una porta che reca sugli stipiti lo stemma Cappello e che guida ad un giardino, area un tempo d’antico palazzo, ora distrutto, di proprietà Cappello, il quale dal lato opposto guardava colla facciata il Rio della Pergola. Aldo Manuzio il Giovane nella Vita di Cosimo dei Medici, pubblicata nel 1586, racconta come Maria Salviati di lui madre, qualche tempo dopo la resa di Firenze all’armi di Carlo V, venne col suddetto principe, allora molto giovanetto, a Venezia, ed abitò più d’un anno in casa Cappello nella contrada di S. Maria Mater Domini, nel rivo detto della Pergola col sig.r Bartolomeo, il cavaliere, padre della serenissima Gran Duchessa presente, et coi fratelli mentre viveva il padre. Racconta pure come un giorno Cosimo, giuocando e scherzando con altri suoi coetanei, cadde nell’acqua, ove sarebbesi affogato senza il pronto aiuto prima di sua cugina Luigia d’Appiano, allora fanciulletta, che l’afferrò pei capelli, e poscia d’un frate che lo trasse alla riva. Fu solo più tardi, e forse nel 1544, epoca del suo primo matrimonio, che Bartolameo Cappello si divise dai fratelli, ed abbandonato il palazzo di S. M. Mater Domini, si traslocò a S. Apollinare, ove gli nacque nel 1548 Bianca, incoronata nel 1579 Gran Duchessa di Toscana, e morta nel 1587.
In un palazzo al Ponte di S. Maria Mater Domini, che, alquanti anni fa, era sede della tipografia Cecchini, abitarono, per vario tempo, i due fratelli letterati Gasparo e Carlo Gozzi. Nelle Memorie inutili della vita di Carlo Gozzi scritte da lui medesimo e pubblicate per umiltà si parla a lungo di questo palazzo, fabbricato dalla sua famiglia nel 1550.
Mappa
Nella vicinanza
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