SS. Filippo e Giacomo

SS. Filippo e Giacomo (Campo). La chiesa dei SS. Filippo e Giacomo sorse, a quanto sembra, nel 900. Alla fine del secolo XIV, oppure al principio del secolo XV, la occuparono i monaci d’Ammiana, e vi fabbricarono appresso un monastero, che nel 1472 fu unito alla Ducale basilica, ed assegnato ai primiceri di San Marco. Nel 1579 vi si stabilì il Seminario della chiesa di San Marco, e nel 1591 vi ritornarono di bel nuovo i primicerii. Tanto la chiesa quanto il monastero dei SS. Filippo e Giacomo si rifabbricarono nel 1683. Giunto il 1807, il primo di questi edificii venne secolarizzato, ed anche il secondo, dopo la morte dell’ultimo primicerio, avvenuta nel 1813, si fece servire ad altre destinazioni, finché nel 1828 divenne residenza del Tribunale Criminale.

Ai SS. Filippo e Giacomo, e propriamente intorno al Rio di Palazzo, sorgevano le case degli Orseolo, dal tetto delle quali il popolo, sdegnato contro Candiano IV, gettò il fuoco per incendiare la ducale residenza. Ciò avvenne per consiglio d’un Pietro Orseolo, creduto quel medesimo, che nel 976 fu eletto doge in sostituzione del trucidato Candiano, e dopo morte annoverossi fra i Santi. Ci assicurano le cronache che in queste case de’ SS. Filippo e Giacomo il doge Pietro Orseolo ebbe stanza mentre riedificavasi il palazzo ducale, distrutto nell’accennata congiura.

In Campo dei SS. Filippo e Giacomo, era domiciliato, secondo la cronaca Magno, Stamati Crassioti da Candia, che nascostosi di notte in chiesa di San Marco, ne derubò a varie riprese il tesoro. Volendo egli trovar modo di fuggire da Venezia cogli oggetti involati, ricorse al N. U. Zaccaria Grioni, suo compaesano, donandogli un balascio, e facendosi giurare il silenzio. Il Grioni invece svelò il fatto al governo, e lo Stamati fu, per ordine del Consiglio dei X, il 21 marzo 1449, appeso alle forche. El qual Stamati, dice il Magno, stava a S. Philippo e Jac. in una corte per mezzo al pozo dil campo, in una chaxa de le done de S. Zacharia. Con queste parole viene accennata la Corte Sabbionera, sopra l’ingresso della quale si scorgono le sigle S.Z. indicanti che quelle case appartenevano alle monache di S. Zaccaria. Notisi però che il Sanudo vuole per lo contrario che lo Stamati abitasse in Calle di Ca’ Salomon a S. Maria Formosa, ed i Registri dei Giustiziati in Calle dei Pignoli a S. Giuliano, raccontando con qualche divario l’avventura.

Ai SS. Filippo e Giacomo, presso il Rio di Palazzo, trovavasi pure la casa dei Duodo, ove rifuggivasi il doge Giovanni Mocenigo dopo l’incendio appiccatosi la notte del 14 settembre 1479 alla ducale residenza. Fuvvi chi allora propose, benché invano, di comperare tal casa con quella dei Tron, ed altre vicine, per costruire colà un nuovo palazzo ducale, il quale da un punto dovesse giungere al Canal Grande, e dall’altro al Campo dei SS. Filippo e Giacomo.

Ai SS. Filippo e Giacomo avevano bottega da disegni da dona et altro i due famosi musaicisti, fratelli, Francesco e Valerio Zuccato, come si espresse Tiziano, chiamato per testimonio nel processo già noto per la storia ed anche pel romanzo di Giorgio Sand, a cui furono sottoposti i Zuccato riguardo i mosaici della basilica. Essi forse nella medesima situazione abitavano, notando i registri del convento di S. Zaccaria che i due fratelli tenevano a pigione una casa in parrocchia di S. Procolo, alla quale era sottoposto il circondario dei SS. Filippo e Giacomo. Vedi S. Provolo (Campo ecc.).

In Campo dei SS. Filippo e Giacomo abitava finalmente il letterato Antonio Brucioli fiorentino, il quale, per aver stampato libri dichiarati eretici, venne, con sentenza 21 novembre 1548, condannato ad avere que’ libri abbruciati, e pagare una ammenda in danaro nonché ad essere bandito per due anni da Venezia.

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