Fenice

Fenice (Ponte, Fondamenta, Rio, Fondamenta della) a S. Maria Zobenigo. Una nobile società, proprietaria dapprima del teatro di S. Benedetto, volle erigerne uno nuovo in questo sito sopra disegno del Selva. Gettandosene le fondamenta, si rinvennero un grosso tronco d’albero colle radici ancor fitte nel suolo a dodici piedi sotto il livello del solito flusso, ed un graticcio di vimini ad uso di siepe, indizii, secondo il Filiasi, d’un orto, che colà esisteva ai tempi Romani. Questo teatro, che appellossi della Fenice, fu incominciato nel 1791, ed in 18 mesi compiuto. Veniva aperto per la prima volta il 16 maggio 1792, giorno dell’Ascensione, col dramma: I Giuochi d’Agrigento, poesia d’Alessandro Pepoli, musica di Giovanni Paisiello. Dopo quarantacinque anni esso ardeva di terribile incendio la notte del 13 decembre 1836, non rimanendo in piedi che le sole muraglie d’accerchiamento, insieme all’altra interposta di traverso, le quali per la loro grossezza poterono resistere al peso del tetto crollato. In soli sette mesi però riedificavasi per opera dei fratelli Meduna, che migliorarono in qualche parte il disegno del Selva. Il teatro della Fenice ebbe anche negli ultimi tempi un ristauro nella parte ornamentale, eseguito da uno dei fratelli Meduna, per cui la sera di S. Stefano del 1854 si riaprì alla curiosa impazienza del pubblico.

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