Canonica

Canonica (Sottoportico, Corte, Calle, Ramo, Calle, Ponte, Rio di) a S. Marco. Dalle case ove, col restante del clero addetto alla Basilica, risiedevano i canonici di S. Marco. Essi anticamente dicevansi cappellani, e la loro istituzione rimonta all’829 in cui, come dice Pier Giustiniani nella sua storia, il doge Giovanni Partecipazio primicerium et cappellanos instituit, qui diurnum nocturnumque officium divinis laudibus celebrarent. Variò il numero di questi canonici, leggendosi che nel 1393, allorquando il doge Antonio Venier ne investiva alquanti, si ritrovavano in numero di 26, e che negli ultimi secoli si restrinsero a 12 soltanto. Le case di loro residenza vennero ad essi destinate dal doge Ziani. Nel 1210 furono rifatte da Angelo Falier, unico allora Procuratore di S. Marco, e ridotte di pietra nel 1346. Lo Stringa nelle sue Aggiunte alla Venezia del Sansovino, pubblicate nel 1604, riferisce che a’ suoi tempi erano 24, disposte nel modo seguente: 12 pei canonici residenti, 2 pei sacrestani, 5 pei sottocanonici, 2 pei sottosacrestani, 1 pel maestro di cappella, e le altre 2 pei guardiani di chiesa. Il sesto dei sottocanonici aveva anch’egli anticamente la propria casa, ma essa era stata demolita perché, essendo troppo vicina alla basilica, potea cagionarle pericolo di fuoco, ed in cambio il sottocanonico suddetto riceveva dalla Procuratia un corrispondente compenso in danaro. Per attestato del medesimo Stringa, queste case presentavano allora l’aspetto d’un convento con cortile nel mezzo, fornito di pozzo, ed attorniato da sottoportici al piano, e da un corridoio superiore. L’ingresso poi, come attesta l’opera manoscritta del Todeschini, altrove citata, col titolo: Della dignità dei Procuratori di S. Marco, era dalla parte della piazzetta di S. Basso. Fino dal 1597 i Procuratori avevano divisato di rifabbricare la Canonica, ma, per varii impedimenti che vi si frapposero, ciò non ebbe effetto prima del 1618, terminandosi l’opera nel 1635.

Un fiero caso nasceva l’anno 1456 nella Canonica di San Marco. Eravi in Venezia un prete Vittore, uomo di pessima natura, e, secondo que’ tempi superstiziosi, legato in amicizia col demonio, che teneva il sacco alle sue ribalderie in forma canis albi. Costui, sapendo che nella Canonica di S. Marco abitava un Mauro d’Otranto canonico, uomo danaroso, salì sopra il tetto della di lui casa, e pel camino si calò nella stanza da lui abitata. Il canonico era allora in chiesa a cantar mattutino, sicché pre’ Vittore andò frattanto esaminando ove tenesse il danaro, e poscia, per aspettar tempo opportuno, si nascose in callicella lecti. Quando poi ritornò il canonico, se gli scagliò addosso, lottò lungamente col medesimo, e fu solo quando forse si vide inferiore di forze che desistette dalla lotta, e pregollo a lasciarlo partire. Accondiscese il canonico, e si accinse ad accompagnare pre’ Vittore fuori della porta, ma questi, fingendo timore, volle che lo precedesse, e, giunto alla fine della scala, gli gettò una corda al collo, tentando eziandio di soffocarlo colle mani. Nacque allora lotta più fiera; pre’ Vittore stringeva, pre’ Mauro morsicava le mani di pre’ Vittore, finché questi impugnò la spada, onde pre’ Mauro era cinto, e gliela conficcò nella gola. Dopo ciò strascinò il cadavere nella strada, gli gettò sopra della legna, e mise a ruba la casa. Per tale delitto pre’ Vittore venne posto alla tortura, ed, avendo innanzi il vicario patriarcale Nicolò dalle Croci, confessato il tutto, fu degradato, e consegnato all’autorità secolare, che il 19 marzo 1456 lo fece appendere alle forche.

Il Ponte di Canonica venne fatto erigere, secondo molti cronisti, dopo l’assassinio commesso sopra Vitale Michiel II nel 1172, e ciò perché i dogi il giorno di Pasqua si recassero, non più per la Riva degli Schiavoni, ma per di dentro, a visitare la chiesa di S. Zaccaria. Vedi Rasse (Calle delle). Altri vogliono che il Ponte medesimo sia stato eretto alquanto prima, cioè nell’864, dopo la uccisione del doge Pietro Tradonico. La presente rifabbrica, sopra disegno d’Antonio Mazzoni, data dal 1755.

Presso il Ponte, e sopra il Rio di Canonica sorge un magnifico palazzo lombardesco, che prima fu dei Trevisan, e poscia dei Cappello. Alcuni credettero che da queste soglie fuggisse nel 1563 la celebre Bianca Cappello. Ma i documenti scoperti provarono in quella vece che il palazzo, ove Bianca abitava, è quello situato al Ponte Storto a S. Apollinare. V. Storto (Ponte). Essa bensì, quando già era fuggita da Venezia, e si trovava in Firenze amante del Gran Duca, comperò il palazzo di Canonica dal N. U. Domenico Trevisan q. Angelo, con istrumento 4 ottobre 1577, in atti di Antonio Callegarini, e donollo al proprio fratello Vittore coll’altro istrumento 12 maggio 1578, in atti del notaio medesimo.

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