S. Bartolomeo

S. Bartolomeo (Merceria, Campo). La chiesa di S. Bartolammeo si reputa fondata nell’840, ed intitolavasi prima a S. Demetrio martire di Tessalonica. Rinnovossi sotto il Doge Domenico Selvo nel 1170, e dedicossi a S. Bartolammeo. Era parrocchiale fino dalla sua origine; momentaneamente però venne assoggettata, nel 1195, ai Canonici di S. Salvatore, dalla qual soggezione restò libera poco tempo dopo. Nel 1342 fu unita dal pontefice Giovanni XXII, alla mensa patriarcale di Grado, la quale ne eleggeva il parroco, diritto che passò poi a quella di Venezia. Dopo varii ristauri si ridusse finalmente alla forma attuale nel 1723, e nel 1810 divenne succursale di S. Salvatore. Il vecchio campanile di S. Bartolammeo, demolito nel 1747, venne poi rifabbricato, e ridotto a compimento nel 1754.

In parrocchia di S. Bartolammeo abitava Raffaele Zovenzonio, celebre poeta triestino del secolo XV. Ciò si deduce dalla Mariegola della Confraternita di S. Girolamo, di cui egli era socio.

In parrocchia di S. Bartolammeo abitava pure il pittore Vincenzo Catena, che, col suo secondo testamento, 15 aprile 1530, in atti Zaccaria de Priuli, lasciò tutto il suo residuo alla Scuola dei Pittori, perché comperassero uno stabile per le loro riduzioni. Perciò l’albergo dei Pittori, in Calle Sporca a S. Sofia, aveva la seguente lapide commemorativa, donata poscia da Giovanni David Weber al Seminario della Salute: Pictores Et Solum Emerunt Et Has Construxerunt Aedes Bonis a Vicentio Catena Pictore Suo Collegio Relictis. MDXXXII.

La notte dal 12 al 13 maggio 1797 avea luogo presso la chiesa di S. Bartolammeo un lagrimevole fatto. Acceso di furore il popolo contro coloro che erano stati i principali motori della resa di Venezia ai Francesi, facevasi a saccheggiare le case dei rei, e, come avviene in simili casi, non rispettava neppure quelle degli innocenti. Allora Bernardino Renier ordinava che si ponessero alcune artiglierie sulla sommità del Ponte di Rialto per impedire ai saccheggiatori di varcarlo. Appena dunque che questi, per nulla intimoriti, s’avvicinarono tumultuando, davasi fuoco alle miccie, e la via sottoposta riempivasi di sanguinosi cadaveri. Fatale destino che il cannone di S. Marco dovesse tuonare per l’ultima volta non contro i proprii nemici, ma contro i propri figli!

Il Campo di S. Bartolomeo, coll’atterramento di varii stabili, venne notabilmente ampliato nel 1858.

Nel 20 decembre 1883 s’inaugurò in mezzo ad esso il monumento a Carlo Goldoni, la cui statua in bronzo venne eseguita dallo scultore Dal Zotto.

Note di Lino Moretti

  1. La tradizione di una precedente intitolazione a S. Demetrio non è provata da documenti. La più antica testimonianza del titolo parrocchiale di S. Bartolomeo risale al maggio 1083 (C. Candiani, in Culto dei Santi, p. 105).

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