S. Paternian

S. Paternian (Calle, Ponte, Salizzada, Rio Terrà). Raccontasi che la famiglia Andrearda fondò nel IX secolo una chiesa di legno in onore del vescovo S. Paterniano, la cui immagine era stata trasportata a Venezia dalla Marca d’Ancona, e veneravasi in un piccolo tabernacolo nella pubblica via. Questa chiesa fu tosto fatta parrocchia e dotata di beni stabili dal doge Pietro Candiano IV nel 959. In seguito ebbe a patire varii incendi nel 976, nel 1105, nel 1168, e nel 1437, ma sempre rialzossi, e si mantenne aperta fino al 1810, epoca in cui venne soppressa, e ridotta a magazzino. Nel 1871 finalmente atterrossi col suo antichissimo campanile, costrutto l’ultimo anno avanti il mille da alcuni operai veneziani, scappati dalla schiavitù dei Saraceni. In questo campanile appiccossi nel 1562 il sacrista della chiesa medesima, come nota il codice Cicogna 1724 colle parole: Die 26 Martii 1562 suspendit se laqueo in campanile, et periit sacrista S. Paterniani.

Avendosi il 10 luglio 1631 riportato vittoria contro l’armata navale dei Turchi, comandossi che in tal giorno, sacro a San Paterniano, dovessero i musici della ducal basilica portarsi annualmente alla chiesa di esso Santo per cantare una messa solenne in ringraziamento dell’ottenuto beneficio.

In contrada di S. Paterniano abitò, e vuolsi eziandio che venisse a morte, il dottissimo Aldo Manuzio, il quale aveva aperto in sua casa la celebre accademia da lui denominata Aldina. Una epigrafe posta recentemente in Rio Terrà S. Paternian, sul muro laterale del nuovo edificio ad uso della Cassa di Risparmio, ricorda Aldo e la di lui famiglia.

In Calle di S. Paternian abitava, come da altra epigrafe, Daniele Manin.

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