Spezier (Ramo, Calle del) ai SS. Filippo e Giacomo. La prossima bottega da speziale, o farmacista, che si vede tuttora aperta all’insegna del Lupo Coronato, è alquanto antica, poiché fino dal 1554 troviamo un Santo Locatello, specier al Lovo, in Campo dei SS. Filippo e Giacomo. Apprendesi dall’opera del Grevembroch (Abiti dei veneziani di quasi ogni età) che un Nicolò Corradi, conduttore di questa farmacia, fu l’ultimo, intorno al 1720, a vestire il vecchio costume dei farmacisti, simile a quello che portavano i fanti dell’avogaria. I farmacisti nei primordii erano uniti agli Spezieri da grosso, ma poscia se ne staccarono, continuando però a pagare le gravezze coi medesimi. L’erudito comm. Cesare Foucard pubblicò lo statuto dei Medici e dei Farmacisti, scritto nel 1258. Questi ultimi, ridotti in collegio per decreto del doge Girolamo Priuli 5 marzo 1565, avevansi scelto per titolare la Trasfigurazione di N. S. ovvero il SS. Salvatore, e nel giorno della festa assistevano in corpo ad una messa cantata nella chiesa dei Frari. Nel convento dei Frari facevano pure le loro riduzioni. Distinguevansi specialmente nel comporre la teriaca, o triaca, di cui facevano smercio coi più lontani paesi. I Veneziani appresero la ricetta della teriaca dai Greci e dagli Arabi, ma, mediante la finezza ed il riconoscimento degli aromi e delle altre sostanze, l’esattezza ed uniformità della composizione, e le cure del Magistrato alla Sanità, poterono giungere ad alta rinomanza in modo che gli stessi popoli d’Oriente, un tempo i soli manipolatori del secreto d’Andromaco, non prestarono più fede ad altra teriaca che alla veneziana. Essa, secondo i Notatòri del Gradenigo, fabbricavasi nella Farmacia della Testa d’Oro a Rialto fino dal 1603, anno il quale era notato sui recipienti. Gran voga acquistò fra noi questo rimedio dopoché (sempre a detta del Gradenigo) Orazio Guargante da Soncino guarì per tal mezzo Lodovico Taverna, legato apostolico presso la Repubblica. Vigeva il costume che nelle farmacie di Venezia, dette triacanti, si tenessero in dati tempi dell’anno esposti in bell’ordine per tre giorni nella mostra gli ingredienti della teriaca, parte dei quali venivano battuti al di fuori da una schiera di facchini in mortai di bronzo, situati sopra alcuni circoli del selciato, che tuttora esistono innanzi a qualche farmacia. Quei facchini vestivano una giubba di colore bianchiccio, brache rosse con sciarpa gialla, e portavano in testa un berretto celeste circondato di giallo, e sormontato da una piuma. Durante il lavoro, cantavano per solito le strofe seguenti, alternandole coi colpi di mazza:
Per veleni, per flati, ed altri mali La triaca gh' el primo in sti canali!
Talvolta però la loro allegria trasmodava in licenza, tanto da lanciare frizzi e motti osceni verso le donne passanti, come specialmente praticavasi, secondo la Gazzetta Urbana del 1788, alla farmacia dei Due Mori in Calle dei Stagneri, oggidì più non esistente. I Farmacisti, in occasione del solenne ingresso che fece in Venezia nel 1574 Enrico III re di Francia e di Polonia, prepararono una fusta turchesca di dodici banchi colla coperta di panno d’oro. La poppa era di dentro ornata di bellissimi tappeti, ed ai quattro lati di essa sorgevano quattro piramidi di color celeste, contenenti fuochi artificiali, mentre alla base sedevano quattro ninfe. A prora poi ammiravasi altra piramide colla Testa d’Oro, insegna della farmacia più sopra nominata, e col simbolo del pellicano, intorno a cui giravano le parole: Respice Domine. Essendo la farmaceutica calcolata arte nobile, dava diritto a chi l’esercitava di sposare una gentildonna veneziana. Essa nel 1773 contava in Venezia 90 botteghe e 90 inviamenti, con 90 professori, 60 giovani e 30 garzoni.
Altre strade sono dette del Spezier, non tutte però dai prossimi farmacisti, mentre alcuna ebbe tal nome anche dai prossimi speziali da droghe, o da confetture.
Mappa
Nella vicinanza
- SS. Filippo e Giacomo (Campo)
- Rasse (Calle delle) a San Provolo
- S. Pròvolo (Salizzada, Ponte, Rio, Campiello, Campo, Calle)
- Figher (Calle del) a San Giovanni Nuovo
- Rosario (Sottoportico e Corte del) ai SS. Filippo e Giacomo
- S. Giovanni Novo (Campo)
- Briani (Corte) a S. Giovanni Nuovo
- Padovani (Ramo dei) ai Santi Filippo e Giacomo, in Calle delle Rasse
- Albanesi (Calle degli) a SS. Filippo e Giacomo
- Stua (Sottoportico della) a S. Giovanni Nuovo
- S. Apollonia (Ruga Giuffa, Fondamenta, Sottoportico di) a' SS. Filippo e Giacomo, ed a S. Apollonia
- Pozzo Roverso (Corte del) presso Ruga Giuffa a S. M. Formosa
- S. Zaccaria (Parrocchia, Campo, Calle, Sottoportico)
- Palazzo (Rio del) a San Marco
- Canonica (Sottoportico, Corte, Calle, Ramo, Calle, Ponte, Rio di) a S. Marco
- Ruga Giuffa (Fondamenta dietro, Ponte di) a S. Maria Formosa
- Rimedio (Fondamenta, Calle, Ponte del) a S. Marco
- Arco (Calle dell') detta Bon
- Zorzi (Salizzada) a S. Severo
- Mezzo (Calle di) in Ruga Giuffa, a S. Maria Formosa
- Pasqualigo (Ponte) a S. Maria Formosa
- Paglia (Ponte della) sopra la Riva degli Schiavoni.
- Querini (Campiello, Ponte) a S. Maria Formosa
- Avogadro (Ponte) a S. Maria Formosa
- Grimana (Sottoportico e Calle) a Castello
- Angelo (Calle del Ponte, Ramo Calle del Ponte, Calle e Ponte, Ponte, Fondamenta, Calle al Ponte dell')
- Fruttaròl (Sottoportico e Corte del) in Casselleria
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