S. Rocco

S. Rocco (Salizzada, Campo, Sottoportico, Campiello). La chiesa di S. Rocco s’incominciò nel 1489 sul disegno di mastro Buono, e nel 1508 si compì, e fu solennemente consacrata da Alerio, vescovo di Chisamo. Minacciando però di cadere, fu riedificata quasi del tutto nel 1725, per opera dello Scalfarotto, a cui s’ingiunse di conservare le tre cupole superiori, innalzate da m. Buono. La facciata doveva sorgere sul modello di Giorgio Fossati, ma invece venne eseguita sopra quello di Bernardino Maccaruzzi dal 1765 al 1771.

Avendo attribuito la Repubblica all’intercessione di S. Rocco la liberazione della peste che negli anni 1575-1576 afflisse Venezia, decretò che il giorno di questo santo fosse dichiarato festivo, e che la di lui chiesa venisse in tal giorno visitata dal doge coll’accompagnamento della Signoria, del Senato e del corpo diplomatico. Le principali cariche della confraternita chiamate la banca, erano destinate ad accogliere i visitatori. Il Guardian Grande presentava al doge un mazzetto di fiori e gli si collocava d’accanto; il Sottoguardiano ne presentava uno pure agli ambasciatori ed alla Signoria, mentre altri confratelli ne dispensavano al seguito. Entrato il doge in chiesa ed approssimatosi all’altare maggiore, il cappellano della confraternita aveva il privilegio di celebrare la messa, mentre in tutte le altre occasioni tale diritto spettava al cappellano ducale. Terminata la messa, i serventi portavano sopra argentei bacini candele di cera in copia, che venivano ad ognuno distribuite, cominciando dal doge. Di là questi passava con la comitiva in una sala della confraternita per adorarvi le sante reliquie, e finalmente dopo aver diretto al Guardian Grande cortesi parole, se ne partiva e, fatta breve visita alla prossima chiesa dei Frari, rimontava ne’ suoi peatoni dorati, restituendosi al palazzo ducale.

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