Corner Zaguri

Corner Zaguri (Ponte e Fondamenta) a S. Maurizio. Ebbero il nome dal palazzo Corner, detto per la sua magnificenza la Ca’ Granda, il quale è al termine della Fondamenta, e dal Palazzo Zaguri che è più prossimo al Ponte. Venne il primo fondato da un Bartolammeo Malombra, ricchissimo cittadino Veneziano, che viveva nel 1450, e che perciò era detto il Malombra da la bella casa. Poscia fu comperato per 22 mila ducati da Giorgio Corner fratello della regina di Cipro. Ma il 16 agosto 1532, mentre n’erano proprietari i figliuoli di esso Giorgio, soggiacque a grave incendio, appiccatosi ad alcune casse di zucchero, presso cui, ad effetto d’asciugarlo, tenevasi nottetempo del carbone acceso. Marin Sanudo, testimonio di veduta, lasciò scritto ne’ suoi Diari che allora restò in piedi solum la riva con le colonne. Poco dopo il suddetto palazzo venne rifabbricato sul disegno del Sansovino. Altro incendio patì nel 1817, dopo il quale ebbe novelli ristauri.

Della famiglia Corner, o Cornaro, dicemmo più sopra.

Il secondo palazzo, di stile archiacuto, venne fondato nel secolo XIV dalla cittadinesca famiglia Pasqualini. Ciò viene testificato, oltreché dalle cronache, dallo scudo gentilizio recante la lettera P con tre sbarre sottoposte, visibile tuttora sopra la facciata, e più distintamente sopra l’anello del pozzo nell’interno cortile. Questa famiglia, venuta da Milano, accumulò col traffico di panni di seta molte ricchezze, e mostrandosi appassionata pell’Arti Belle, raccolse nella propria abitazione varii preziosi ritratti di celebri autori, fra cui spiccava quello d’Alvise Pasqualini in vesta di scarlatto, e con nero cappuccio sulle spalle, dipinto nel 1475 da Antonello da Messina. Il palazzo Pasqualini ospitò nel 1496 il principe Giorgio Cernovich, privato de’ suoi stati da un suo fratello coll’ajuto dei Turchi, e la di lui moglie, che era figlia di Antonio Erizzo. I Pasqualini ritennero in loro proprietà questo palazzo fino al 1521, 13 luglio, in cui Antonio Pasqualini q.m. Alvise volle alienarlo per 5400 ducati ad Alvise e fratelli Priuli, come dimostra la quietanza fatta da Nicolò Pasqualini procuratore di Antonio, sotto il 13 febbraio 1527 M. V. in atti del veneto notaio Sebastiano Pilotto. Giunto l’anno 1565, parte del palazzo medesimo venne venduto da Giacomo Priuli, nipote di Alvise, a Vincenzo Pellegrini celebre giureconsulto, e fratello di Marina, sposa di Girolamo Zaguri, la qual parte, per disposizione testamentaria di Pietro Pellegrini, secretario dei X, figliuolo di Vincenzo, passò più tardi nella famiglia Zaguri.

L’altra parte nel 1661 era tuttora posseduta da Girolamo Priuli q.m. Francesco, il genealogista, che vi abitava, finché anche essa venne in proprietà dei Zaguri, che nel 1740 poterono dichiarare ai X Savii sopra le Decime di possedere l’intero palazzo.

I Zaguri, nobili di Cattaro, ove anticamente chiamavansi Saraceni, avendo trasmigrato a Venezia, vi furono creati cittadini nel 1504, e nel 1646 salirono agli onori del patriziato. Vantarono alcuni militari di vaglia contro i Turchi, e negli ultimi tempi i due fratelli Pietro I Antonio, e Pietro II Marco. Il primo di essi, nato nel 1733, e morto nel 1806, coltivò con amore gli studi della poesia, ma più quelli delle belle arti, e sopra i disegni di lui rifabbricossi la chiesa di S. Maurizio, ove ebbe sepolcro. L’altro, cioè Pietro II Marco, esperto nelle filosofiche e letterarie discipline, fu assunto nel 1777 alla cattedra vescovile di Ceneda, donde nel 1783 passò a quella di Vicenza. Dopo aver lasciato imperitura memoria delle sue virtù, e specialmente della sua carità verso gli indigenti, morì nel 1810, estinguendosi in lui la famiglia.

Mappa

Nella vicinanza


A B C D E F G I L M N O P Q R S T U V W Z

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *