Caotorta

Caotorta (Calle) a S. Angelo. Se volessimo credere allo Zabarella, Antifone, figliuolo di Pilemene re della Paflagonia, venuto con Antenore in Italia dopo la rovina di Troja, ed approdato alla isola di Olivòlo, propagò la famiglia dei Stivacali, o Samacali, detti poscia Capotorto, e più volgarmente Caotorta. Quel che possiamo dire di più certo si è che abbiamo memoria di questa famiglia sino dai primi anni della fondazione di Venezia, che essa anticamente esercitò il tribunato, e fabbricò a Castello la chiesa dei SS. Sergio e Bacco, e che, al chiudersi del M. C., ne restò esclusa, ma poscia vi fu riassunta nel 1317. Un ramo della medesima abitava alla Madonna dell’Orto, nella calle perciò denominata Caotorta, oggidì più non esistente. Un altro ramo, che apparteneva alla cittadinanza originaria, pel matrimonio non approvato del N. U. Alvise Caotorta q. Michele con Caterina Avastago dell’isola di Zante, abitava in quella vece a S. Angelo nella Calle di cui facciamo parola, in una casa già posseduta dalla patrizia famiglia Cappello, ma poscia comperata da Alvise Caotorta q. Alessandro, coll’istrumento 5 ottobre 1759, in atti Giuseppe Cominciolli N. V. Questo ramo, il quale aveva in chiesa di S. Angelo le sue tombe con epigrafi illustrate dal Cicogna, venne aggregata nel 1802 al Consiglio Nobile di Treviso, ed ebbe la conferma della propria nobiltà dal governo austriaco il 9 decembre 1819.

Note di Lino Moretti

  1. La corte Caotorta presso la fondamenta della Sensa si apriva fra i palazzi Loredan (N.A. 3318) e Arrigoni (N.A. 3336). Un palazzo Caotorta è in fondamenta della Misericordia (N.A. 2625).

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