Gritti

Gritti (Ramo, Calle, Calle, Sottoportico, Ramo Primo) alla Bragola. Non si sa precisamente il paese donde provennero i Gritti, autori della denominazione che portano queste ed altre vie di Venezia. E’ incontrastabile soltanto l’antichità della loro origine, avendo, come si legge, esercitato nei primi tempi la podestà tribunizia nelle nostre isolette, ed essendo stati assai per tempo ammessi al Consiglio. Un Giovanni Gritti nel 1104 fu tra i primi capitani all’impresa d’Acri in Soria. Un altro Giovanni nel 1360 venne eletto arcivescovo di Corfù, del qual grado troviamo pure rivestito un Andrea, secondo cugino di Giovanni, nel 1425. Un altro Andrea cinse il capo del corno ducale nel 1523. Egli aveva reso, come generale, grandi servigi alla patria nelle guerre contro l’Impero e la Francia. Nel 1509 scacciò gl’Imperiali da Padova, e nel 1512 ritolse Brescia ai Francesi. Ma nell’anno istesso fu battuto, e fatto prigioniero da Gastone di Foix, che riconquistò Brescia. Condotto a Parigi, rese destramente Luigi XII favorevole ai Veneziani, e conchiuse nel 1513 una lega vantaggiosa con questo principe. Come doge, dichiarossi or per la Francia, or contro di essa, attendendo a riavere le possessioni perdute dai Veneziani in Italia. Andrea Gritti ebbe un figlio naturale, per nome Luigi, che seppe in tal guisa cattivarsi l’affetto di Solimano, imperatore dei Turchi, da divenire quasi l’arbitro della monarchia. Dopo aver seguito il sultano all’assedio di Vienna, ed aver combattuto al suo fianco, venne dal medesimo nel 1533 dichiarato palatino d’Ungheria, e governatore di quel regno. Infelice però fu la di lui fine, poiché, fatto uccidere il vescovo di Varadino, cadde in mano degli Ungheri sollevati, che nel 1535 lo decapitarono con due figli, uno dei quali era vescovo d’Agram, ed eletto arcivescovo di Strigonia.

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