S. Zan Degolà

S. Zan Degolà (Fondamenta, Rio, Campo, Traghetto). S. Zan Degolà è corruzione di S. Giovanni Decollato. Questa chiesa fu eretta nel principio del secolo XI dalla famiglia Venier sopra un’isola, che alcuni erroneamente credono una delle Pullarie, nominate da Strabone. Fu rinnovata nel secolo XIII dai Pesaro, e nel 1703 ridotta alla forma presente. Era anticamente parrocchia, ma, chiusa, si riaprì nel 1818 come oratorio sacramentale.

Celebre per santità si rese un Giovanni, che, circa il 1265, era pievano di questa chiesa. Alcuni lo fanno di cognome Olini, ma dice il Cicogna che questo equivoco fu prodotto dal trovarsi esso nominato negli antichi documenti beato Zuane olim piovan de S. Zuan Degolado.

Avendo la flotta veneta superato nel 1358 quella dei Genovesi presso Negroponte, ed essendo tale vittoria accaduta il giorno di S. Giovanni Decollato, decretò il governo di celebrarne l’anniversario. Siccome però la chiesa del Santo parve alquanto angusta fu disposto che, alla ricorrenza del giorno suddetto, il doge colla Signoria visitasse invece la basilica di S. Marco.

In parrocchia di S. Giovanni Decollato morì il 13 novembre 1582 Pietro Lando arcivescovo di Candia, il quale venne sepolto a S. Sebastiano, ed era nipote di quell’altro arcivescovo di Candia per nome Giovanni Lando, accusato come falsario nel 1519. Vedi Carmine (Campo, Rio del).

Antichissima è la scultura innestata nel muro d’una casa in Campo S. Zan Degolà presso il ponte, la quale rappresenta la testa recisa del Santo sopra un bacino.

Scrive il Sanudo: Adì 21 novembre 1500. In questa mattina è da saper fo discoperto un strano caxo in la contrà de S. Zuane di Golao ad uno ser Beneto Morexini quondam ser Jacomo, di anni 50, qual stava in caxa za 4 ani per mal franzoso e in leto; or havia un fiol bastardo di ani 9, et una saraxina; par siano sta trovati morti eri sera ditto ser Beneto in letto, et il puto su le legna, et la saraxina quasi morta, et non parlava per do ferite su la testa havia, et le casse tutte era aperte, et la roba dentro; fo incolpado pre Francesco oficiava in la chiesa, et ita fuit. In effetto il Sanudo medesimo così continua in data 19 decembre 1500: In questo zorno fo exeguito la sententia del prete amazò s.r Benedetto Morexini. Fo portato per Canal fino a Santa Croxe, et davanti la porta del morto taiatoli la man destra, e menato a coa di cavallo fino a S. Marco, dove fo discopato, qual stentò assà a morir, et poi squartato in quatro parti.

Essendo i patrizii Giovanni Bragadin q. Vettor cav., Daniel Venier q. Giovanni, e Francesco Bon q. Alessandro proc. andati di conserva il sabato santo del 1590 alla casa d’Adriana Formento, meretrice a S. Zuan Degolà al traghetto per mezo S. Marcuola, ed avendola ritrovata a desinare, la condussero in una camera, ed ivi, spogliatala per forza, la vollero, l’uno dopo l’altro, etiam con modi stravaganti, usare contro natura, ad onta della continua renitentia di detta donna così di pianto come di resistentia. Citati perciò, e non comparsi, furono banditi dal Consiglio dei X con sentenza 21 aprile 1590.

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