Torreselle

Torreselle (Rio delle) a S. Vito. Da un antico palazzo, ora distrutto, che, per avere una torre sulla sommità, si disse dalla Torresella, e quindi, per corruzione, dalle Torreselle, laonde assunse questo soprannome il ramo della famiglia Venier, che fino dall’origine n’era il proprietario. Il palazzo suddetto guardava con la facciata il Canal Grande, e sorgeva all’imboccatura del rivo, lungo il quale se ne scorgono tuttavia i marmorei basamenti. Esso nel secolo XVI andò diviso fra varii individui della famiglia Venier. Successivamente, una parte, pel testamento 6 febbraio 1571 M. V. di Girolamo Venier q. G. Francesco, ne toccò a Laura moglie di Polo Trevisan, ed a Pietro Donà fu Tommaso, mentre un’altra parte, pel testamento 12 gennaio 1586 M. V. di Diana, vedova di G. Francesco Venier q. Nicolò, ne toccò all’arciconfraternita di S. Rocco. Dopo altre divisioni ed altri trapassi di proprietà, tutto il palazzo venne in potere dei Donà, meno la parte della confraternita di S. Rocco, che però dai Donà veniva tenuta a pigione. Perciò i Donà si dissero anch’essi dalle Torreselle.

In vicinanza, un altro ramo della patrizia famiglia Venier possedeva un palazzo, che, secondo le cronache, anteriormente apparteneva ai Da Mula, e che, pel testamento di Girolamo Venier proc. di S. Marco q. Nicolò 19 marzo 1733, e codicilli 21 luglio 1733 e 30 maggio 1734 in atti Carlo Gabrieli, andò distrutto allo scopo d’innalzare colà una fabbrica più decorosa. Un disegno di essa venne, con altri, presentato ai Venier da Lorenzo Boschetti nel 1749, e conservasi oggidì in legno nel patrio Museo, dono dei fratelli conti Papadopoli. Ma l’opera, non si sa per qual causa, rimase interrotta ne’ suoi primordi, e l’area relativa, meno i mezzanini stabiliti sulle basi, è ora ridotta ad ortaglia. In quest’area per alcuni anni visse un leone, che i Venier avevano fatto venire dalla Barberia nel 1763, e che si faceva vedere mansuefatto in mezzo ad alcuni cagnolini. Così ne cantò Nicandro Jasseo:

.........................................Observare leonem
Diffusis per colla jubis, fastuque superbo
Lente incedentem poteris; comes additur intus
Turba canum ferae in obsequium, quae visa timorem
Dissimulare, ultro venientibus obvia (crates
Qua minus impediunt) laetis se motibus offert.

Il Rio delle Torreselle trovasi chiamato nelle cronache Rio delle Piere Bianche, forse per la bianchezza delle pietre onde un tempo erano formate le sue rive. Lungo il medesimo, sulla Fondamenta Zorzi o Bragadin, havvi l’ospitaletto della Frescada. Vedi Frescada (Ponte ecc. della) e Zorzi o Bragadin (Fondamenta).

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