Spagna

Spagna (Lista di) a S. Geremia. Così chiamossi questo tratto di strada per essere prossimo al palazzo degli ambasciatori spagnuoli. Lista, infatti, voleva significare, come altrove abbiamo notato, le adiacenze del palazzo di qualche ambasciatore, che godevano, al pari degli antichi asili, alcune immunità pei delinquenti.

Il palazzo di Spagna, di cui si parla, per quanto ricordano le nostre cronache, e per quanto si deduce dallo stemma della torre coi due grifoni ai fianchi, sculto tuttora sopra il bel pozzo della corte, venne fondato dalla cittadinesca famiglia Frigerio, o Friziero, del cui sangue vuolsi essere stato S. Magno. L’autore delle Vite e Memorie de’ Santi spettanti alle chiese della Diocesi di Venezia, pubblicate nel 1763, parlando della parrocchia di S. Geremia, afferma che certo sito esistente nel palazzo, ora abitato dall’ambasciatore di Spagna, chiamasi fino al presente, la camera di S. Magno, ove il Santo faceva sua dimora assieme con la nobile sua famiglia detta Frizier. E nell’interno eravi un pozzo appellato di S. Magno, la cui acqua si dispensava ai divoti come valevole alle guarigioni. Ai Frizieri appartenne il palazzo fino al 25 ottobre 1613, epoca nella quale Antonio Friziero q. G. Battista, con istrumento di permuta, in atti di Marin Renio, lo cesse a Renier Zeno q. Francesco Maria, riportandone in cambio la rendita di 340 ducati di dadie sullo stato Veneto. Non sappiamo precisamente l’anno in cui la famiglia Zeno destinò questo palazzo a sede degli ambasciatori spagnuoli. E’ certo che questi, sino dai tempi del Martinioni, v’ebbero domicilio, e che il conte Giuseppe di Montealegre, uno fra i medesimi, finì coll’acquistarlo dopo la metà del secolo trascorso, e rifabbricarlo, come presentemente si vede. Il conte Giuseppe di Montealegre fabbricò pure nella sua chiesa parrocchiale l’altare dedicato alla Sacra Famiglia, a’ piedi del quale nel 1771 venne sepolto. Ai nostri tempi però era riserbato al palazzo di Spagna d’essere la sede del pio istituto fondato dall’ultimo doge dell’estinta Repubblica. Qui, vogliam dire, trasportossi nel 1857 l’Istituto Manin, dopoché il conte G. Battista Sceriman ebbe dato i mezzi alla Commissione Generale di Pubblica Beneficenza di divenire proprietaria dello stabile, coll’istrumento 23 maggio 1853, in atti Dario Paolucci. E prima che ciò succedesse, aveva già il conte Sceriman disposto, con testamento 7 giugno 1850, pubblicato presso l’I. R. Pretura Urbana di Venezia il 13 gennaio 1854, di circa 50 mila lire austriache di rendita a favore dell’Istituto medesimo.

Nel palazzo Frizier a S. Geremia venne ospitato nel 1508 un vescovo scozzese diretto a Gerusalemme, che, ammesso in collegio, ed invitato a sedere presso il doge, gli presentò lettere commendatizie del re di Scozia e di quello di Francia, e recitò una orazione latina in lode della Repubblica.

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