S. Giovanni Grisostomo

S. Giovanni Grisostomo (Ponte, Rio, Salizzada, Campo). Nel 1080 la famiglia Cattaneo fece innalzare una chiesa a San Giovanni Grisostomo, la quale nel 1488, per asserto del pievano Lodovico Talenti, trovavasi in cattivissimo stato pei danni del tempo, a cui alcuni aggiungono quelli di un prossimo incendio, accaduto nel 1475. Essa venne adunque rifabbricata nel 1497 sul disegno, come scrive Flaminio Corner, dell’architetto Tullio Lombardo, ma non nella situazione antica, bensì in faccia della medesima. Era parrocchiale, e fu soltanto nel 1810 che divenne succursale di S. Canciano.

Riferisce il Sanudo che il 3 febbraio 1531 M. V. il Consiglio de’ Pregadi impose ai Provveditori di Comune d’allargare la Salizzada di S. Giovanni Grisostomo, la quale era molto stretta, e dovendosi perciò atterrare il campanile, si concesse al pievano lo spazio per fabbricarne uno di nuovo. Vedi Senato, Terra, R. 26.

In parrocchia di S. Giovanni Grisostomo abitava Angela Serena, amata dall’Aretino, che compose per lei un poemetto in ottave. I parenti della medesima vedevano di mal occhio tali amori, e G. Antonio di lei marito, uomo alquanto dissoluto, tanto fece per vendicarsi che ebbe a’ suoi voleri Pierina Riccia, donna dell’Aretino, persuadendola anche a fuggirgli di casa. Non sappiamo quanto il Quadrio s’apponesse al vero nell’asserire che tali dispiaceri trassero la Serena al sepolcro. Il fatto sta ch’essa morì nel 1540, come rilevasi dalle lettere dell’Aretino. Angela Serena dilettavasi di poesia, ed è noto che diresse all’imperatrice Isabella, consorte di Carlo V, alcune stanze, per le quali ricevette ricchi doni. Si conservano nell’Archivio Notarile due suoi testamenti, l’uno del 2 decembre 1538 in atti di Giacomo Zambelli, fatto, essendo gravida, ove si chiama Anzola fia del q. Barnaba Torninben, olim spicier al segno dell’Agnus Dei, et consorte di G. Antonio Serena; l’altro del 3 maggio 1539 in atti di Giacomo Chiodo.

Racconta il Curti (Famiglie, Classe VII, Cod. 204-209 della Marciana) che a S. Gio. Grisostomo abitava Veronica Franco quando nel 1574 venne visitata da Enrico III re di Polonia e di Francia.

Nel 1738 in una locanda posta in questa contrada alloggiò Maria Amalia, arciduchessa d’Austria, poi moglie dell’imperatore Carlo VII.

Passato il Ponte di S. Giovanni Grisostomo, per avviarsi a S. Canciano, a mano destra, abitava l’erudito senatore Flaminio Corner, che illustrò la storia delle nostre chiese. Egli nacque nel 1693, e sostenne i magistrati più gravi, economici e criminali, misti ai civili e politici. Mancato ai vivi nel 1778, fu sepolto, come aveva disposto, in chiesa di S. Andrea. Nella chiesa parrocchiale di S. Canciano gli fu posta soltanto un’epigrafe sopra una porta laterale.

L’attuale vera del pozzo in Campo S. Giovanni Grisostomo con quattro teste di leone, venne trasportata dalla Giudecca, e qui posta nel 1855.

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