Emo

Emo (Calle) a S. Leonardo. Fino dal 1301 abitava la famiglia Emo in parrocchia di S. Leonardo, sebbene il di lei palazzo, che tuttora sussiste e che guarda col prospetto il Canal Grande, dati da un’epoca molto posteriore. L’indicata famiglia ebbe origine in Grecia, quindi passò in Dalmazia, e finalmente a Venezia nel 997, ove si distinse in modo da essere, al chiudersi del Maggior Consiglio, compresa fra le famiglie patrizie. Un Pietro Emo fiorì nel 1628 come vescovo di Crema, e compose molti scritti. Sopra qualunque altro però rifulse l’ammiraglio Angelo Emo, il quale, come si esprime il Berlan, parve volesse risuscitare i tempi dei Dandolo, dei Zeno, e dei Morosini, e li avrebbe risuscitati se al genio d’un uomo che non regna fosse dato di poter volgere i destini d’un popolo che corre ebbro alla sua rovina, condotto da un’orda di forsennati:

... si Pergama dextris
Defendi possent, satis hac defensa fuissent!
Egli morì nel 1792, e nel 1797 doveva cadere Venezia! 

La salma dell’Emo, trasportata da Malta, ove egli era morto, in patria, fu seppellita, nella chiesa dei Servi in marmoreo avello scolpito dal Ferrari Torretti. Soppressa quella chiesa, le ceneri gloriose col sarcofago furono trasportate nella chiesa di S. Martino, e di là in chiesa di S. Biagio, ove si custodiscono tuttora. Al valore dell’Emo la Repubblica fece erigere pure, sopra disegno del Canova, un cenotafio in una sala dell’Arsenale.

Un Sottoportico ed una Corte Emo abbiamo anche alla Giudecca e trovasi che nel 1537 un Lunardo Emo, a cui apparteneva la casa da statio di S. Leonardo, possedeva pure 28 case, tra pepian et in soler, nella parrocchia di S. Eufemia della Giudecca.

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