Civràn (Calle) a S. Giovanni Grisostomo. Molto antica è la famiglia Civran in Venezia, se dicesi aver cooperato all’elezione del primo doge, seguita nel 697. Il Malfatti la fa provenire da Cervia (città della Romagna), ed un cervo d’argento, passante in campo azzurro, essa porta nel suo stemma gentilizio. Un Pietro Civran, essendo nel 1345 provveditore dell’armata contro Zara ribelle, ruppe il re d’Ungheria, venuto al soccorso della piazza combattuta, che poscia s’arrese. Un Andrea, provveditore nel 1511 delle milizie Albanesi nell’Istria, preservò la terra di Muggia, vinse Cristoforo Frangipane capitano imperiale, e nel 1513, provveditore generale in terra ferma, tenne a freno gli Ungari, represse l’audacia dei Turchi, e cinse d’assedio Crema. Poscia nel 1528, capitano della cavalleria Albanese nella Puglia, ricuperò molti luoghi di quella provincia dai Cesarei in favore dei collegati Francesi, facendo prigione il principe di Bisignano. Morto in Manfredonia a cagione delle continue fatiche, e trasportato a Venezia, ebbe nel 1572 un monumento sepolcrale in chiesa dei Carmini per cura del figlio Pietro, capitano famoso anch’egli specialmente nel 1570 e 1571 contro i Turchi. Questa famiglia si gloria altresì d’un Antonio, che nel 1603 fece strage dei Corsari, nel 1614 fu capitano in Golfo contro gli Uscocchi, ed assolto nel 1617 da ingiuste accuse, si vide promosso in seguito al grado di Provveditore generale d’armata. Né punto degeneri furono i di lui figli, fra i quali Bertucci si distinse nel 1649 a Fochies, Giuseppe venne eletto nel 1659 vescovo di Vicenza, e Pietro, generale in Dalmazia, predò ed arse nel 1674 dieci galere di corsari. Un ramo dei Civran possedeva a S. Giovanni Grisostomo un palazzo che ha il prospetto sul Canal Grande, disegnato dal Massari, ma che in origine era d’architettura moresca, di cui rimane qualche vestigio nel cortile, ed in alcuni ornamenti. Un altro ramo possedeva un palazzotto a S. Tomà, non lungi dagli stabili della famiglia Dandolo, laonde abbiamo in quel sito la Calle Dandolo o Civran, e la Calle del Campanile detta Civran. Il palazzo Civran a S. Tomà, che prospetta pur esso il Canal Grande, e che scorgesi inciso nella raccolta del Coronelli, era nel secolo passato in deperimento, laonde Nicandro Jasseo v’allude col verso:
Artificisque manum expectat Civranus amicam.
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