Michiel

Michiel (Calle) ai SS. Apostoli. Dal palazzo Michiel di gotico stile, che si disse dal Brusà, poiché nel 1774, pell’incuria d’una fantesca, soggiacque a grave incendio, dopo il quale ebbe una rifabbrica a spese del pubblico, compiuta nel 1777, di cui resta nell’atrio la seguente memoria: Quos Ignis Consumpsit Patria Mementa Majorum Nepotibus Patrios Lares Restituit S. E. vi Idus Ianuarii 1777. Il capostipite della famiglia Michiel credesi Angelo Frangipane, figliuolo di Flavio Anicio Pier Leone Frangipane, senator romano, venuto a Venezia con altri due fratelli nel quinto secolo, e soprannominato dal popolo Michiele, forse per pareggiarlo in fortezza e bontà a quest’arcangelo. La famiglia Michieli fino dai primi tempi ebbe tribuni, e nel 697 votò all’elezione del primo doge. Vitale Michiel I, salito al principato nel 1096, mandò una forte armata, sotto il comando di Giovanni suo figlio, e d’Arrigo Contarini, in aiuto dei Crocesignati, ma, dopo pochi anni di governo, morì trucidato. Domenico Michiel, figlio di Giovanni, doge nel 1118, ritrovossi con altri principi collegati sotto Tiro, ed essendo corso il sospetto, poiché andava a lungo l’ossidione, che egli potesse partire co’ suoi, fece, per rassicurare gli animi, portare a terra tutte le vele, e gli altri attrezzi marinareschi, né si spiccò dall’impresa finché non l’ebbe condotta a compimento. Vitale Michiel II, figlio di Domenico, illustrò il suo principato colla vittoria riportata sopra il patriarca d’Aquileja, donde ebbe origine la festa del Giovedì Grasso, descritta dalla celebre Giustina Renier Michiel, che nei discendenti di questa illustre prosapia s’era accasata. Anche egli però, come Vitale Michiel I, suo bisavolo, venne ucciso nel 1172 mentre recavasi alla chiesa di S. Zaccaria. Da lui nacque quell’Anna che, pell’innocenza della sua vita, meritò il titolo di beata, titolo che essa divise con Bartolammeo Michiel, fiorito circa il 1420. Questa famiglia produsse inoltre un cardinale, un patriarca, varii vescovi, varii generali, cavalieri, senatori, ambasciatori, e non meno di undici procuratori di S. Marco. Essa fabbricò alcune chiese, e diede il nome a più strade di Venezia.

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