Terrazza

Terrazza (Corte della) all’Ospedaletto. Da un terrazzo scoperto, tuttora sussistente. Qui tu scorgi gli avanzi d’un antico palazzo con scala scoperta ad archi, che furono otturati, e con una bella vera di pozzo lombardesca, sopra la quale, oltre le solite maschere in giro, ed altri fregi, scorgesi scolpito un orologio. Questo pozzo venne disegnato dal Grevembroch coll’annotazione: Pozzo scolpito con antica eleganza, e quasi occulto, giace nel centro della corte di ca’ Magno, a fianco dell’ospitale dei Derelitti.

Terrazzera (Calle) a S. Giovanni in Bragora. E’ chiamata negli Estimi Calle del Terazzer da un terrazzaio, o lavoratore di terrazzo, che qui anticamente abitava. Quest’arte, in cui tanto si distinsero i nostri, era conosciuta anche dai Romani. Anch’essi, come attesta Vitruvio, formavano il terrazzo di calce con sassi o mattoni, pesti e polverizzati, lo induravano mediante battitoi, lustravanlo mediante olio linaceo, e mediante pomici lisciavanlo, rudus novum dicendolo se fatto con sassi, e rudus redivivum se con pesti mattoni. I Terazzeri, uniti in corpo nel 1736, avevano la loro scuola di divozione nella chiesa di S. Paterniano sotto il titolo di S. Floriano. Poi trasportaronsi in un albergo contiguo alla chiesa di S. Samuele, dov’era un’antica confraternita di San Spiridione, laonde a S. Floriano aggiunsero, come loro protettore, anche S. Spiridione. Vedi Agostino Sagredo: Sulle consorterie delle arti edificative in Venezia, 1856.

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