S. Francesco della Vigna

S. Francesco della Vigna (Parrocchia, Campo, Ponte, Rio, Salizzada). Fra le molte vigne, che eranvi in Venezia, la più estesa di tutte, e la prima che avesse fruttificato riputavasi quella della famiglia Ziani. In essa scorgevasi una chiesetta, dedicata a S. Marco, perché, secondo una volgar tradizione, questo era il luogo ove avea pernottato l’Evangelista assalito da fiera burrasca, ed eragli apparso un angelo dicendogli: Pax tibi Marce evangelista meus! e profetizzandogli la futura fondazione di Venezia. La vigna, di cui parliamo, insieme alla chiesa ed alcune botteghe, fu lasciata, mediante testamento 25 giugno 1253, da Marco Ziani conte d’Arbe, figlio del doge Pietro, ai frati Minori, ovvero frati Predicatori, ovvero Cistercensi. Ebbero la preferenza i Minori Osservanti, che vi fermarono stabile domicilio. Accresciutosi in seguito il numero di essi, si dovette ampliare il loro convento, e si eresse una nuova chiesa sul disegno di Marino da Pisa, la quale si chiamò di S. Francesco della Vigna, lasciandosi però intatta quella di S. Marco, che rimase in piedi fino al 1810 nell’orto dei Padri. Minacciando la chiesa di S. Francesco rovina nel secolo XVI, si pensò di rifabbricarla sopra disegno del Sansovino, e la prima pietra dell’opera fu posta il giorno 15 agosto del 1543. Insorti però alcuni dispareri, venne per qualche tempo intermesso il lavoro, e consultossi il frate Francesco Giorgi, che rilasciò sopra la rifabbrica un suo giudizio in iscritto, a cui dovette uniformarsi il Sansovino. Non piacque nemmeno il disegno della facciata ideata da quest’architetto, e fu scelto un altro disegno presentato dal Palladio nel 1562. A tali contese alludono probabilmente le iscrizioni che si leggono negli intercolunnii delle due ale, ove da una parte sta scritto: Non sine jugi interiori, e dall’altra: Exteriorique bello. Compiuta finalmente la chiesa, ebbe consecrazione il 2 agosto 1582 per mano di Giulio Superchio vescovo di Caorle. Anche il convento ebbe in quell’occasione qualche ristauro, ma, avvenuta ai tempi napoleonici la soppressione degli ordini religiosi, fu, come tanti altri, ridotto a caserma. Ed a caserma continuò a prestarsi anche dopoché i Minori Osservanti vennero nel 1836 ristabiliti in Venezia, i quali andarono ad abitare un altro prossimo convento, fondato fino dal secolo XV da Maria Benedetta principessa di Carignano, e da Maria Angela Canal per le Terziarie Francescane, convento che essi frati ampliarono in seguito coll’unione del palazzo della Nunziatura. Ma nel 1866 abbandonarono anche queste fabbriche, ed attualmente occupano il loro convento antico, comperato dal Commissariato di Terra Santa.

L’istituzione della parrocchia di S. Francesco della Vigna data dal 1810. Si compose allora il suo spirituale circondario con alcune contrade delle allora soppresse parrocchie di S. Giustina, S. Tèrnita e S. Antonino.

Il campanile di S. Francesco della Vigna fu eretto nel 1581 per opera del proto Bernardino Ongarin, che fu sepolto ai suoi piedi. Questo campanile fu colpito da saetta la sera del 21 settembre 1758, e ristaurossi nel 1760.

Nel pozzo posto in Campo di S. Francesco della Vigna ritrovossi il 15 agosto 1736 il cadavere d’un Giacomo tesser da tela ai SS. Apostoli, che volontariamente vi si era gettato per affogarsi.

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