Collalto

Collalto (Calle) a S. Stin. Conduce ad un palazzo, che ha una piccola, ma graziosa facciata sul rivo di S. Agostino. Esso trovasi inciso nelle Singolarità di Venezia del Coronelli sotto il nome di palazzo Zane perché allora apparteneva a tale famiglia. Vedi Zane (Calle). Poscia passò nella famiglia Venier, dalla quale nel 1784 venne venduto ai Collalto, che vi raccolsero molte medaglie ed antichità, unitamente a scelta libreria, le quali cose tutte andarono disperse nel 1810.

I Collalto, di chiara stirpe Longobarda, acquistarono fino da tempi antichissimi molte terre e possessioni nella Marca Trivigiana, fabbricandovi il castello di Collalto, donde trassero il cognome, e quello di S. Salvatore. Ebbero la beata Giuliana recatasi nel 1222 a Venezia, ove fondò la chiesa ed il monastero dei SS. Biagio e Cataldo alla Giudecca. Ebbero pure un patriarca d’Aquileja, ed un vescovo di Ceneda che, essendo stato poscia trasferito alla diocesi di Feltre e Belluno, venne ucciso nel 1321 dai satelliti di Guecellone da Camino. La famiglia dei conti di Collalto fu ammessa al veneto patriziato con duplice aggregazione, cioè nel 1306 in un Rambaldo, figliuolo d’Ensedisio, ed in un altro Rambaldo, figliuolo di Pietro Orlando, nel 1449. Lungo poi sarebbe l’annoverare tutti i valorosi militari che essa produsse, fra i quali ci piace rammentare soltanto quel Collaltino per cui l’infelice Gaspara Stampa compose le sue rime, e forse morì di dolore nel 1554.

Dalla medesima famiglia desunse il nome anche la Fondamenta Collalto, ora Rio Terrà, verso il Campo di Marte. Trovasi infatti che colà nel 1797 Maria Bernardo Collalto possedeva venticinque case.

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