Bembo (Calle) a S. Salvatore. Il palazzo Bembo, respiciente con la facciata la Riva del Carbon, è della scuola del Calendario, e dal 1657 al 1671 fu ristaurato colla spesa di 47 mila ducati. La famiglia, che ne era proprietaria, da cui si denominarono altre strade di Venezia, venne da Bologna in queste isolette nei primi tempi, poiché fino dal 527 un Giovanni Bembo ricordasi tribuno d’Eraclea. Essa fu una di quelle che nel 697 concorsero all’elezione del primo doge, e che nel 982 firmarono la donazione dell’isola di S. Giorgio Maggiore, fatta dal doge Tribuno Memmo al monaco Giovanni Morosini. Questa famiglia si può dire una delle più cospicue fra le nostre patrizie, vantando uomini celeberrimi in santità, valor militare, e dottrina. Quanto a santità, produsse, tre celesti Comprensori, cioè S. Leone vescovo di Modone e Corone, che fiorì circa il 1110, il B. Antonio dei pp. Gesuati, vissuto nel 1395, e la Beata Illuminata terziaria Francescana, morta nel 1483. Quanto a valore, Gio. Matteo difensore di Cattaro, assalito nel 1539 dai Turchi; Giovanni distruttore degli Uscocchi, eletto doge nel 1615, nonché altri sei fra generali di terra e di mare. Quanto a dottrina (e ciò sia per non parlare di altri) l’eruditissimo Pietro, eletto cardinale nel 1539. Egli, come attesta un codice della raccolta Cicogna, era del ramo proprietario del palazzo sulla Riva del Carbon, ed anzi si hanno buoni fondamenti per credere che nel palazzo medesimo nascesse, poiché è certo che qui nacque Bernardo di lui padre, il quale, unitamente alla moglie Elena Marcello, ebbe tomba nella prossima chiesa di S. Salvatore. Sembra bensì che poscia, per le divisioni famigliari, Pietro rimanesse privo dell’avito palazzo, ed altrove ponesse stanza, laonde potrebbe aver ragione la Temi Veneta pel 1735 indicando un palazzo Bembo a S. Boldo, ora distrutto, come casa del celebre cardinale. Il nostro municipio adunque farebbe cosa degna se sopra il palazzo Bembo sulla Riva del Carbon ponesse una lapide rammemorante colui che primo fermò le leggi dell’idioma italiano, fu lo storico della sua patria, e dettò lettere e coltissime rime.
In Palazzo Bembo a S. Salvatore alloggiò il magnifico Giuliano dei Medici, venuto il 15 ottobre 1510 a Venezia per curarsi della oftalmia che affliggevalo.
In Calle Bembo a San Salvatore accadde grave incendio il 14 marzo 1763, che incenerì la locanda della Tromba ivi situata.
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