Zorzi

Zorzi (Salizzada) a S. Severo. Costeggia un palazzo architettato sullo stile della prima età dei Lombardi con marmoreo prospetto respiciente il rivo di S. Severo, il quale apparteneva alla patrizia famiglia Zorzi, proprietaria un tempo anche dell’altro vicino palazzo archiacuto. Vedi Arco (Calle dell’) detta Bon.

Alcuni discendenti dagli antichi duchi di Moravia vennero, come vuolsi, in Italia nel 411 militando sotto le insegne dell’imperatore Onorio. Fermatisi in Pavia, comperarono varii castelli, ed assunsero il cognome di Giorgi, o Zorzi, da Giorgio, uno di loro, che ai tempi del vescovo S. Epifanio liberò Pavia da strettissimo assedio. La famiglia Zorzi, fuggendo dinanzi ad Attila, trasmigrò nelle nostre lagune l’anno 453, e diede opera con altre famiglie all’edificazione di Venezia. Vanta parecchi vescovi, un doge per nome Marino, eletto nel 1311, varii militari valorosi, e più d’un letterato di grido. Portava anticamente due insegne, l’una consistente in un leone nero rampante in campo d’oro, e l’altra in uno scudo scaccheggiato d’oro e vermiglio. Ma, dopoché nel 1250 Pietro Zorzi, reduce dall’aver resa tributaria alla Repubblica l’isola di Rodi, si volse a sottomettere Curzola, e, per incoraggiare le milizie, espose sopra un’asta un lino bianco tinto del suo sangue, in sostituzione del perduto stendardo, assunse per arma una fascia vermiglia in campo d’argento. Il Capellari, che annovera varii distinti personaggi di questo casato, senza però omettere quel Giovanni Zorzi bandito da Trevigi a cagione di molte scelleratezze e condannato nel 1492, per infrazione del bando, al taglio della lingua e d’una mano fra le colonne della Piazzetta, dice che la famiglia di cui trattiamo possedè il marchesato della Bondonizza, e fu signora del castello di Lamasac e di Caristo alli Dardanelli. Hebbe pure lungamente il dominio di Curzola sino che, resosi il posto geloso, gli fu dalla pubblica munificenza cambiato nella contea di Zumelle, detta volgarmente Mel, Castello e Podestaria di grande estimatione, posta nel Friuli tra Cividale e Feltre. In Venetia corrottamente si dice Zorzi, et con regia splendidezza edificò la chiesa di S. Benedetto et di S. Domenico, come tiene memorie illustri in molte altre, così dentro, come fuori di Venetia, e per contrassegno dalla stima in cui fu sempre tenuta questa casa, si trova che nella pace stipulata tra la Repubblica e Mehemet II, Imperatore de’ Turchi, con capitoli espressi, fu conservato alla stessa il dominio del castello di Lamasac, o Lampsac, acquistato dal valore de’ suoi maggiori, quale poi divenne preda dell’Ottomana voracità.

I Zorzi diedero il nome a parecchi sentieri della città.

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