Barozzi

Barozzi (Calle, Calle e Ponte, Ponte, Ramo, Sottoportico e Ramo, Calle, Corte Ramo primo, Ramo secondo) a S. Moisè. In Corte Barozzi sorgeva anticamente un palazzo di gotico stile con torri e merlature, che scorgesi chiaramente nella Pianta topografica di Venezia, intagliata in legno nel 1500, ed attribuita ad Alberto Durero (1). Questo palazzo, posseduto dalla patrizia famiglia Barozzi, venne da essa rifabbricato nel secolo XVII sullo stile del Longhena (2), e poscia, per via di matrimonii, passò nei Corner e negli Emo, dai quali il 5 marzo 1827 l’ebbero i Treves. Antica per certo è la dimora dei Barozzi a S. Moisè, se fino dal 1164 un Domenico Barozzi, figlio di Vitale da Torcello, comperò in questa parrocchia un pezzo di terreno che confinava coi possedimenti colà situati, di altri della stessa famiglia. Vorrebbero alcuni che il palazzo di cui parliamo sorgesse in sostituzione della poco distante casa dominicale che i Barozzi avevano, secondo le cronache, a banda zanca, in bocca del Rio Menuo, dalla parte verso S. Marco, per mezzo della Doana, e che venne spianata quando alcuni di essi si resero complici della congiura di Bajamonte Tiepolo. Potrebbe essere però che ambedue le case sussistessero contemporaneamente, e che la famiglia Barozzi nella parrocchia di S. Moisè si dividesse anticamente in più di un ramo. Essa è originaria di Padova, da cui passò a Torcello e quindi a Venezia, ove rimase del Consiglio quando fu chiuso. Un Giacomo Barozzi venne eletto barone dagli imperatori di Costantinopoli ottenendo il dominio delle due Isole di Santorino e Tirasia nell’Arcipelago. Egli fu padre di quell’Andrea che, generale di 55 galere, nel 1264 ruppe i Genovesi, prendendo la città d’Acri in Soria. Un patriarca di Grado, ed uno di Venezia, varii vescovi, ed altri uomini cospicui anche per dottrina, nobilitarono questa famiglia, della quale oggidì vive il commendatore Nicolò, direttore del patrio Museo.

Troviamo nelle cronache che in palazzo Barozzi a S. Moisè alloggiò nel giugno 1497 un ambasciatore Turco col seguito di dodici Greci, diretto al Re dei Romani, e che nel gennaio del 1498 M. V. v’alloggiò pure, incognito, il signore di Correggio, venuto per passatempo a Venezia. Cognato, com’era, di Benedetto Barozzi, vi ritornò nel 1500 e 1503.

In Corte Barozzi, dopo il 1775, si trasportò l’uffizio delle Poste dello Stato, che stava anteriormente a S. Cassiano. Qui rimase fino al 1806. Vedi Posta (Via alla).

Note di Lino Moretti

  1. La pianta qui e altrove detta del Dürer è ora a tutti nota col nome del suo vero autore, Jacopo de Barbari.
  2. Il palazzo è attribuito a Bartolomeo Manopola per vecchia tradizione. Nel secolo scorso è stato largamente rimaneggiato.

Mappa

Nella vicinanza


A B C D E F G I L M N O P Q R S T U V W Z

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *