Pizzochere (Corte delle) all’Angelo Raffaele. Qui esisteva un antichissimo convento di pinzochere o terziarie francescane, detto la Ca’ grande pel gran numero delle abitatrici. Questo fabbricato sorse nel 1207 per opera della famiglia Acotanto, e da principio servì ad accogliere pellegrini. Dopo un’epoca non troppo lunga vi entrarono le suddette monache, poiché il Cornaro cita un documento col quale papa Nicolò IV, eletto nel 1288, concede ad esse di avere un sacerdote per visitatore e confessore. Dal convento delle pinzochere dell’Angelo uscì Lucia Tagliapietra, che fiorì circa il 1355, e che dopo morte fu posta nel novero delle beate. Ora il locale serve ad uso dell’istituto di educazione femminile fondato nel 1807 dal p. Pietro Sanzonio in parrocchia di S. Basilio, e qui nel 1812 trasportato, il quale, dopo il 1841, a merito del sacerdote Antonio Vason, fu sottoposto alla direzione delle suore oblate di S. Filippo Neri. Allora ampliossi la fabbrica coll’aggiunta del vicino palazzo Minotto.
Un’altra Corte delle Pizzochere, o delle Pinzochere, havvi a S. Stefano, e colà, secondo gli Estimi, in una casa della patrizia famiglia Da Lezze, stanziavano le pinzochere agostiniane. Tuttora sopra l’ingresso della Corte, e sul pozzo scorgesi lo stemma di questa famiglia. Le pinzochere agostiniane avevano in chiesa di S. Stefano altare sacro a S. Monica, madre di S. Agostino con arca nel chiostro dei padri. Il p. Rocco Curti nella sua raccolta inedita d’iscrizioni le chiama Mantellate, o Terziarie Agostiniane, e dice: Queste religiose hanno la loro arca nell’ala del Chiostro che guarda verso il muro della chiesa, e conduce direttamente alla porta del convento, dirimpetto alla Calle del Pestrino. Sopra la lapide vedesi effigiata una donna vestita da terziaria, e nel giornale della sacrestia dell’anno 1444, e seguenti apparisce esservi state sepolte di dette religiose. Esse però più tardi ebbero tomba nella chiesa di S. Stefano coll’iscrizione: D. O. M. Augustiniensium Mantellatarum Tumulus MDCCLI. Da una supplica, che presentarono nel 1686 per poter comperare lo stabile ove abitavano, si rileva che erano in numero di 14.
Oltre quelle che erano raccolte in formali conventi, portavano il nome di pinzochere anche certe altre donne, che si dedicavano ad esercizii spirituali negli ospizii fondati dalla pietà cittadina ma che vivevano al secolo. Perciò l’estimo del 1661 nota nella parrocchia dell’Angelo Raffaele, l’ospedaletto della Maddalena, sive pinzochere. Perciò abbiamo un Sottoportico ed una Corte delle Pizzochere a S. Moisè, ove i Procuratori de Supra, come commissarii di Francesco Giustinian, dispensavano alcune case a povere, ed una Corte delle Pizzochere a S. Maria Nuova, ove altre povere erano ricoverate nei sedici alberghi della commissaria Antonio dal Deserto.
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