Schiavoni

Schiavoni (Riva degli). Fu incominciata nel secolo IX, e poscia ampliata con una palude che, fino dal luglio 1060, Anzio e Pulcro, suo figlio, donarono ai monaci di S. Giorgio Maggiore con jus di pesca, e che chiamavasi Schiavona dai Dalmati, o Schiavoni, soliti ad approdarvi.

Anticamente la larghezza di questa riva era all’incirca eguale a quella che avevano il Ponte della Paglia ed i successivi prima dei recenti ingrandimenti. Trovasi che per la prima volta fu selciata, come ben s’intende, in pietra cotta, nel 1324. Lungo il margine della medesima gli Schiavoni avevano, parte in terra, e parte in acqua, i loro stazii, ove vendevano bojane e castradine. Nel 1780 poi, ai 5 d’agosto, decretava il Senato che si allargasse, con muramento, la Riva degli Schiavoni dal Ponte della Paglia sino all’altro della Ca’ di Dio. Ciò venne eseguito sotto la direzione del Temanza, facendosi prima un battuto di pali, e sopra di esso stendendosi due mani di scorza di larice per lungo e traversalmente, indi alzandosi col fango del Canal Grande, di cui si era ordinata l’escavazione, il muro in maniera che la riva suddetta avesse nove piedi e mezzo di altezza, e circa 80 di larghezza. Essa scorre lateralmente alle due parrocchie di S. Zaccaria e di S. Giovanni in Bragora, e va dal Ponte della Paglia, fino al Ponte della Veneta Marina nelle fondamente della Ca’ di Dio, dei Forni, e di S. Biagio.

Sulla Riva degli Schiavoni venne ucciso nel 1172 il doge Vitale Michieli II. Vedi Rasse (Calle delle).

Assai più modernamente vi moriva per apoplessia, nell’atto che passeggiava, l’architetto Antonio Selva il 22 gennaio 1819. Ciò avvenne poco lungi dal Sottoportico di S. Zaccaria.

Sulla Riva degli Schiavoni venne inaugurato il 1° maggio 1887 il monumento in onore del re d’Italia Vittorio Emanuele, lavoro dello scultore romano Ettore Ferrari.

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