Soldà

Soldà (Corte del) a Castello. Leggasi Solta, come negli Estimi, dalla famiglia Dalle Cipriote, soprannominata Solta, forse perché provenne da Solta, isola della Dalmazia. Un Alvise Solta, patron de nave, fabbricò nel 1560 in questa Corte un edificio, che notificò ai X Savii nel 1566, nel quale, come si espresse, abito dentro con la mia famegia e con tre miei fradelli con le sue famegie e la madre, che si trovano tutti in fra fioi e fie, e le donne, e li omeni, che sono in tutto persone 20. Sopra il prospetto poi della casa medesima, recante oggidì il N. A. 910, fece scolpire la seguente bizzarra iscrizione:

Aloysii Soltae Decretvm
Praebuit has aedes nobis regnator Olympi
Non meritis propriis sed bonitate sua.
Herculei sexus Soltarum vivito solus
Haeres, nec tecum gaudet (gaudeat) ulla Venus.
Pignoret has nullus, nullus has vendere possit;
legibus aeternis haec mea vota dico.
m. d. l. x.

Trovasi che alcuni Solta da Castello furono calafai dell’Arsenale. Altri individui di questa famiglia si diedero però ai pubblici impieghi ed alla carriera ecclesiastica, poiché un Giacomo dalle Cipriote, detto Solta, nato il 6 agosto 1606, il quale, secondo la fede rilasciata dalla chiesa di S. Pietro di Castello, era fio de Zuane stà in Corte del Solta, venne ammesso il primo maggio 1649 nel Collegio dei Ragionati. Un Matteo, di lui fratello, che nel 1661 figurava anch’egli qual possessore di stabili in Corte del Solta, fu parroco di S. Biagio. Finalmente un Gaspare Solta restò eletto nel 1730 primicerio castellano.

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