Seriman

Seriman (Salizzada) ai Gesuiti. Stefano Seriman il 27 luglio 1728 traslatò in ditta propria da quella di Adriana Donado r. s. Alberto Gozi una casa per uso ai SS. Apostoli, pervenuta nel d. per acquisto fatto dalli 4 Ospitali e Lochi pii 1726, 13 Gen.o, atti s. Zuane Garzoni Paolini N. V. Questa casa è il palazzo archiacuto che sorge presso i Gesuiti, e di cui abbiamo altrove parlato. Vedi Gozzi (Rio del).

La famiglia Sceriman, o Seriman, fiorì, col cognome di Sarath, in Ziulfa d’Ispahan, ove, colma d’onori e di ricchezze, eresse templi ed ampi edifizii pei propagatori del Vangelo. Ma vittima di crudeli persecuzioni, abbandonò la terra natale, e si rifuggì in Italia sul finire del secolo XVII. Questa famiglia diede nel giro di brevi anni distinti prelati alla corte romana, commendatori e ciambellani all’austriaca, valorosi generali all’armate dell’impero germanico. I Seriman furono fregiati da Innocenzo XII della romana cittadinanza, e dall’imperatore Leopoldo I del titolo di conti ungheresi. Vennero in gran conto tenuti anche dalla veneta repubblica, a cui prestarono 720.000 ducati per la guerra di Candia. Essi avevano la loro tomba in chiesa di S. Maria della Consolazione (volgarmente la Fava) colla modesta epigrafe: Serimanorum Comitum Monumenta. All’aprirsi del nostro secolo vantavano uno Stefano Domenico, vescovo di Chioggia, morto nel 1806, e più tardi un G. Battista, generoso benefattore dell’Istituto Manin. Vedi Spagna (Lista di).

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