Scuola

Scuola (Corte della) a San Giovanni Evangelista. La Scuola di San Giovanni Evangelista dà il nome a questa località.

Usavano i Veneziani di raccogliersi in alcune pie confraternite, appellate scuole, vocabolo proveniente dal greco, e dinotante unione di persone che danno opera, od attendono a qualche cosa. Dicesi che questo costume sia stato portato in Italia nel secolo VII dalla Germania per mezzo di S. Bonifacio. Le scuole si dividevano in grandi e minori, conosciute anche sotto il nome di fraglie. Le scuole grandi, così chiamate per la loro magnificenza, dovizie e privilegi, erano sei: di S. Teodoro, di S. Maria della Carità, di S. Gio. Evangelista, di S. Marco, della Misericordia e di S. Rocco. Assai più numerose erano le minori, composte per la maggior parte dai varii corpi delle arti e mestieri. Ogni scuola grande aveva il suo edificio ove raccoglievasi; il suo edificio avea pure, od almeno il suo altare in qualche chiesa, ogni scuola minore, o fraglia. Sì le une che le altre facevan molte opere di carità dotando annualmente povere donzelle, e dispensando in dono case, danari, e mantelli. Talvolta fornivano eziandio militi allo Stato. Erano rette da speciali statuti, raccolti in alcuni libri chiamati mariegole (quasi madri regole), con un guardiano, un vicario, ed uno scrivano per ciascheduna.

Venendo ora a parlare della Scuola di S. Giovanni Evangelista, diremo come una delle confraternite suddette, stabilita fino dal 1261 in chiesa di S. Apollinare, si trasferì nel 1307 in quella di S. Giovanni Evangelista, allora sottoposta al juspatronato della familia Badoer, che colà possedeva pure un ospizio per povere donne da essa fondato. I Badoer nel 1340 concessero alla confraternita un prossimo terreno vacuo ove incominciò ad innalzare un edificio per le proprie radunanze, che compì del tutto soltanto nel 1453, avendo fino dal 1414 ottenuto di poter disporre anche dell’ospizio, a patto di fabbricarne uno di nuovo in vicinanza. Il bell’arco di ingresso al cortile, lavoro di Pietro Lombardo, data dal 1481. La suddetta confraternita contava di rendita 18mila ducati, e personaggi altissimi vi erano ascritti, fra cui Filippo II re di Spagna. Nemmen essa però potè resistere alla comune soppressione, avvenuta nel principio del secolo presente. D’allora in poi il magnifico locale ove raccoglievasi servì da magazzino erariale, finché l’appaltatore Gaspare Biondetti, sorretto da molti soci, comperollo e, ristaurati i guasti recatigli dal tempo, lo ridonò al divin culto il 27 decembre 1857 per uso della Società di mutuo soccorso fra gli operai dell’arti edificatorie, da lui istituita.

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